Como, 2 dicembre 2010 - Ha suscitato grande scalpore, soprattutto tra la minoranza consiliare di Palazzo Cernezzi, la decisione del sindaco e della Giunta comunale di affidare il patrocinio e la concessione del salone della Biblioteca Comunale di via Raimondi in occasione della presentazione del libro scritto in carcere da Alberto Arrighi, l’armiere che lo scorso febbraio ha ammazzato a colpi di pistola Giacomo Brambilla. “Liberi in carcere, l’incontro nell’incontro”, edito da “Itaca” è il titolo del libro che sarà presentato giovedì nove dicembre nella Biblioteca comunale. La famiglia Brambilla si è opposta, tramite i suoi legali, a questa presentazione. Immediate le reazioni da parte delle minoranze di Palazzo Cernezzi.

«Sindaco e Giunta municipale - sottolinea Marcello Iantorno, consigliere del Partito Democratico - hanno tenuto un comportamento politicamente molto scorretto e moralmente inqualificabile, al punto da lambire la complicità nel gesto delittuoso, nel concedere il patrocinio alla presentazione, presso la biblioteca civica di Como, di un libro scritto da Alberto Arrighi accusato di un omicidio efferato e sconvolgente. La città non può assolutamente tollerare che a suo nome e con il suo simbolo si accordi il riconoscimento e il supporto a una persona ancora neppure giudicata, il cui percorso di pena è appena agli inizi e nei cui confronti non è stato neppure celebrato il processo di primo grado». «È un’ulteriore gravissima offesa che il sindaco - aggiunge Marcello Iantorno - commette nei confronti della vittima, Giacomo Brambilla, di questo efferato omicidio, della sua famiglia e dei suoi cari, cioè nei confronti di persone che ancora non hanno ricevuto giustizia. La decisione della Giunta finisce anche per alterare le delicate regole del processo penale ancora agli inizi e costituisce un modo per celebrare la persona dell’Arrighi accusato anche di avere fatto scempio del corpo della vittima. Pertanto ho depositato in via di urgenza una mozione di gravissima censura politica, amministrativa ed etica, nei confronti del primo cittadino e di chi ha preparato e approvato l’atto per ottenere l’immediato ritiro del provvedimento. Chiedo al presidente del Consiglio comunale Mario Pastore di convocare immediatamente anche di domenica l’assemblea a tutela del decoro della istituzione e delle persone offese». Secca la replica del sindaco. «Il significato del patrocinio concesso- spiega il sindaco Stefano Bruni - è tutto nel sostegno al lavoro che quotidianamente viene svolto dalla cooperativa “Homo Faber”, per valorizzare la dignità umana anche all’interno del carcere.