Laino, 14 ottobre 2010 - Mauro Galli, il sessantenne che il 4 settembre dello scorso anno ha accoltellato mortalmente il
convivente della sorella, Giuseppe Zingaro, 55 anni, non agì per legittima difesa. Così ieri mattina il gup di Como Alessandro Bianchi, non ha accolto la richiesta di proscioglimento avanzata dal legale dell’uomo, condannandolo a 16 anni di carcere per omicidio volontario.

 

Nel processo, che si è svolto con rito abbreviato, è entrata anche la risultanza della perizia psichiatrica disposta dallo stesso gup, con la quale lo psichiatra Adolfo Francia, dell’Università dell’Insubria, ha concluso che l’imputato non era affetto da particolari disturbi mentali o comportamentali che potessero averne invalidato la capacità di comprendere cosa stava facendo, per quanto il gesto fu il risultato di un attimo di reazione violenta e di difesa portata all’estremo.

 

Inoltre dovrà risarcire con 100mila euro la compagna della vittima, che allo stesso tempo è sua sorella, a cui si aggiungono 50mila euro disposti dal giudice a favore della figlia, entrambe costituite parte civile nel processo. Il gup ha stabilito un risarcimento in via provvisionale a favore dei parenti più stretti di Mauro Galli. L’uomo, 60 anni di Laino, il 4 settembre dello scorso anno ha accoltellato mortalmente il convivente della sorella, Giuseppe Zingaro, 55 anni, al termine di una lite reciproca, nella quale entrambi furono coinvolti senza cedere ai tentativi di separarli della sorella di Galli e compagna di Zingaro, Silvana. La donna aveva ricevuto a sua volta ferite che l’avevano costretta a essere medicata in ospedale.

 

Era stato un litigio inarrestabile, che quel giorno era partito dallo scontro sul taglio di una pianta, ma che di fatto aveva radici ben più forti, un astio reciproco che era maturato tra i due uomini che si erano trovati a vivere nella stessa abitazione. Una dinamica e un movente quasi lineari, che tuttavia avevano lasciato un margine di dubbio tale da spingere il gup Alessandro Bianchi ad accogliere la richiesta di perizia psichiatrica sull’imputato, legata all’esistenza pregressa di alcuni problemi di natura comportamentale e psicologica, che Galli avrebbe manifestato negli anni scorsi, e per i quali sarebbe già stato oggetto di attenzioni.

 

Una perizia che aveva lo scopo di fare chiarezza su ogni aspetto di questa vicenda, prima di arrivare a una sentenza finale, per la quale il pubblico ministero Maria Vittoria Isella aveva chiesto 18 anni di condanna per omicidio volontario, scesi a 16 nella quantificazione del giudice. Quel pomeriggio Zingaro era stato raggiunto da un’unica e letale coltellata al torace, dopo aver ferito gravemente Galli all’addome. Nella colluttazione - scoppiata nel giardino di casa della famiglia Galli, in viale Rimembranze – oltre a Silvana Galli, era rimasta coinvolta anche la madre di Galli, 77 anni e sofferente di cuore, che aveva avuto un malore mentre assisteva alla tragedia che ha coinvolto i figli e il genero, ma fin da subito era stata dichiarata fuori pericolo.