Como, 26 agosto 2010 - Svolta nell’indagine relativa all’omicidio di Antonio Di Giacomo. È stato conferito ieri l’incarico all’esperto che dovrà eseguire la perizia sulle impronte digitali rinvenute su uno scontrino del parcheggio a pagamento di piazza Roma a Como.

 

Era sul cruscotto del furgone giallo di Antonio Di Giacomo, l’imprenditore del caffè residente a Colico ucciso a colpi di pistola il 9 ottobre scorso nell’appartamento di via Cinque Giornate, sempre a Como, in uso a Emanuel Cappellato, finito in carcere assieme a Leonardo Panarisi, 53enne di Tavernerio, lo stesso paese al confine con il capoluogo lariano dove all’indomani dell’omicidio è stato trovato, nello stesso furgone, il cadavere rinchiuso in un armadio di metallo.

 

La perizia dovrà stabilire a chi appartengono quelle impronte digitali. Un passo ritenuto importante per capire chi dei due indagati con l’accusa di concorso in omicidio non dice la verità. Cappellato sostiene che è stato Panarisi a premere il grilletto e di averlo solo aiutato a far sparire il corpo; Panarisi inverte i ruoli e dice di essere arrivato a cose fatte. Un mistero che ora potrebbe essere risolto.

 

A volere la perizia su quel tagliandino di carta è stato il sostituto procuratore della Procura di Como Antonio Nalesso. Da quel pezzettino di carta potrebbe emergere la verità su chi materialmente ha ucciso Di Giacomo. L’esame peritale era stato già sollecitato in sede preliminare dagli avvocati Renato Papa e Stefano Pellizzari che da qualche settimana assistono Panarisi, ma il Gip aveva respinto la richiesta.

 

Lo scontrino riporta come orario le 13.57, compatibile con la ricostruzione dei fatti offerta da Cappellato: pranzo con la vittima in un ristorante di via Carloni, due passi a piedi fino in centro città, un caffè nel bilocale al terzo piano di via Cinque Giornate 5 dove Di Giacomo è stato ucciso. Prima, però, come dice Cappellato, la vittima sarebbe scesa a sostituire il tagliando di sosta. Nalesso e la difesa di Panarisi vogliono capire se effettivamente ci sono le impronte della vittima sullo scontrino.

 

Se fossero di Cappellato, ne uscirebbe con un punto a suo favore Panarisi che, stando ai tabulati del suo cellulare, arrivò a Como alle 14.38. Nalesso, per ora rimane dell’idea che entrambi sono stati partecipi diretti al delitto. Ma dalle impronte digitali sullo scontrino del parcometro di piazza Roma si potrebbe arrivare ad una svolta nella lunga inchiesta ancora in corso.