Croci celtiche contro la Cgil: «La città ora deve reagire»

Preoccupazione e rabbia: le reazioni dopo il raid dei neofascisti a Como di Ro.Can.

APPELLO Alessandro Tarpini, segretario della Camera del Lavoro di Como presa di mira la notte scorsa dal Fronte veneto skinheads

APPELLO Alessandro Tarpini, segretario della Camera del Lavoro di Como presa di mira la notte scorsa dal Fronte veneto skinheads

Como, 19 dicembre 2014 - Croci celtiche e scritte inneggianti al razzismo contro gli immigrati. È questo il messaggio natalizio del «Veneto fronte skinheads» affidato a un grande striscione affisso la notte scorsa all’ingresso della Camera del Lavoro in via Italia Libera. «So che non hanno colpito solo noi, visto che sempre sta notte sono state colpite altre sedi della Cgil in Lombardia – spiega il segretario, Alessandro Tarpini – ma questo rende tutto ancor più grave, è evidente che non ci troviamo di fronte a un gesto isolato bensì a un’azione coordinata.

Si tratta della quarta volta nel giro di pochi mesi, forse sarebbe ora che le autorità si decidessero a fare qualcosa. Lo scorso primo maggio, in occasione della festa dei lavoratori, erano addirittura arrivati ad affiggere di fronte all’ingresso delle sacche di un liquido rosso che sembrava sangue, qualcuno li deve fermare».

Striscione e alcuni volantini sono stati affissi sulle vetrate e i muri della Camera del Lavoro, così come sulla recinzione di fronte all’edificio. «Mi rifiuto di entrare nel merito delle dichiarazioni che erano a dir poco farneticanti – prosegue Tarpini – un’antologia di insulti e provocazioni a sfondo razzista. Chiediamo a tutte le forze democratiche della città di reagire all’ennesima provocazione dei neofascisti e alle forze dell’ordine di svolgere le necessarie indagini. Naturalmente abbiamo provveduto, come già avevamo fatto le altre volte, a sporgere denuncia contro quanto accaduto. La Cgil come gli altri sindacati, dall’inizio della crisi, cercano di svolgere, spesso in condizioni difficilissime, un ruolo di tenuta della coesione sociale sul territorio comasco. Anche per questo, sono da respingere con decisione tutte le iniziative che cercano di minare il nostro ruolo a la nostra funzione».

Una presenza preoccupante quella dei movimenti neofascisti in provincia di Como, come aveva denunciato la primavera scorsa anche l’Anpi che aveva chiesto al prefetto d’intervenire con maggior forza per reprimere questo tipo di reati. «Quanto accaduto la notte scorsa in via Italia Libera purtroppo non ci sorprende, per anni da parte delle istituzioni preposte si è sottovalutato largamente il fenomeno, relegandolo erroneamente a semplici ed isolati vandalismi – sottolinea il presidente dell’Anpi comasca, Guglielmo Invernizzi - Chiediamo quindi per l’ennesima volta con forza alle autorità competenti che si faccia tutto quanto è possibile al fine di evitare che simili fatti accadano nuovamente, applicando finalmente le leggi dello Stato in materia di razzismo e neofascismo. Chiediamo al sindaco di Como di farsi portavoce di questa richiesta, affinché questa situazione venga affrontata e definitivamente risolta».