Martedì 16 Aprile 2024

Cristiano De André a Campione d'Italia: altalena di emozioni nel nome di Faber

Ispiratissimo Cristiano, porta avanti il mito del padre reinterpretando con grande maturità le sue canzoni di Roberto Canali

Cristiano De André suona il violino per "Il mio essere buono" a Campione d'Italia

Cristiano De André suona il violino per "Il mio essere buono" a Campione d'Italia

Campione d’Italia, 30 novembre 2014 - A quindici anni dalla scomparsa c’è ancora tanto bisogno di Fabrizio De André, delle sue canzoni mai banali e della sua poesia mai consolatoria su quest’Italia sempre più alla deriva. Un messaggio il suo che si è caricato sulle spalle il figlio Cristiano, sempre più uguale a Faber anche nell’aspetto fisico, l’altra sera protagonista di un concerto memorabile al Casinò dell’ex-clave italiana. Emozionato e particolarmente ispirato Cristiano ha saputo approfittare dell’ambiente raccolto per regalare un’ora e mezza di grande musica, prendendo a prestito molte delle ballate del padre, rivisitate e riattualizzate con nuovi arrangiamenti.

Una ventina di brani per un sali e scendi di emozioni che Cristiano ha definito “condivisioni”, perché l'obiettivo del suo tour è proprio quello di portare sul palco sensazioni da condividere con il pubblico, anche ricordando e, in molti casi, attualizzando i successi del padre con ritmi e sonorità più potenti e, perché no, più rock, fino a sfiorare il punk come in “Il pescatore”, brano che ha chiuso il concerto dopo un acclamato bis. Ad accompagnarlo tre musicisti di eccezione: Osvaldo Di Dio alle chitarre, Massimo Ciaccio al basso e Davide Devito alla batteria, ma è Cristiano che ammalia, seduce e sconvolge quando dopo avere lasciato la chitarra o la tastiera imbraccia il violino che suona con lucida e matura dolcezza in “Il mio essere buono” ma diventa psichedelico in “Smisurata preghiera”, per poi essere grezzo, distorto, a tratti disturbato, in “Vivere”. Tra le perle della serata classici come “Creuza de ma”, “Quello che non ho” e “Fiume Sand Creek”.