Cantù, dall'America il rock contro il razzismo

Concerto-evento con una leggenda internazionale come il newyorkese Garland Jeffreys, il cantautore canadese Bocephus King e il grande jazzista Mauro Ottolini

Cantù, il cantautore americano Garland Jeffreys

Cantù, il cantautore americano Garland Jeffreys

Cantù (Como), 24 giugno 2017 - Due grandi artisti dagli Stati Uniti e dal Canada e uno dei jazzisti italiani più sperimentali per riscoprire le canzoni rock e della musica d'autore che hanno fatto la storia della lotta contro ogni forma di razzismo. E' la serata-concerto che si terrà lunedì a Cantù, nel "Cortile de la Canturina" di via Ettore Brambilla, dove ha sede il circolo Arci Virginio Bianchi: l'iniziativa, dal titolo "Il colore della pelle nella storia del rock - Viaggio musicale tra le più belle canzoni contro il razzismo", vedrà esibirsi una vera leggenda del cantautorato statunitense, il newyorkese Garland Jeffreys, capace di fondere nel suo percorso la cultura afro-americana e la poetica metropolitana, miscelando assieme rock, blues, reggae e folk, con testi sempre attenti alla dimensione sociale e ai temi delle discriminazioni. Nel corso degli anni Jeffreys ha collaborato con giganti come Bob Marley, Lou Reed, John Cale, Sonny Rollins, Bruce Springsteen; il regista Wim Wenders gli ha dedicato un capitolo del suo "The Soul of a Man".

Con lui ci saranno il cantautore e rocker canadese Bocephus King, da Vancouver, talentuosissimo e trascinante artista in grado di spaziare dal blues al gospel, dal country al rock d'autore, e - accompagnato dalla sua band - il trombonista jazz Mauro Ottolini, che vanta un'intesa carriera fatta di contaminazioni sonore ed esplorazioni culturali variegate, oltre che collaborazioni con "big" internazionali come Grace Jones e Gino Vannelli, con Vinicio Capossela, Paolo Fresu, Garbarek, Daniele Silvestri, Pacifico, i Subsonica, i Negramaro, Malika Ayane.

"C'era un tempo nel quale la musica aveva il potere di cambiare le coscienze di chi la ascoltava - spiegano gli organizzatori dell'evento -, di unire la spiritualità e la fisicità, la politica e l'amore, la passione e la rabbia, la protesta e l'immaginazione, il sogno e la realtà. Era il tempo in cui Bob Marley regnava nel mondo del reggae e della musica popolare, un rivoluzionario che voleva combattere miseria, schiavitù, razzismo e odio usando come arma la musica che 'colpisce e non fa male'. Tra gli amici e i collaboratori più intimi di Marley c'era un giovane cantautore in erba di Harlem, New York, un nero dagli occhi azzurri chiamato Garland Jeffreys, destinato a diventare un'icona del rock mondiale e bandiera della lotta contro l'oppressione politica e razziale". "Garland - continuano - ha raccolto il testimone da Marley e ha contaminato il suo verbo tra Africa, Giamaica e il rock urbano newyorkese di cui è stato caposcuola insieme all'amico Lou Reed".

La serata fa parte del festival "Storie di Cortile", una rassegna itinerante che sino a fine luglio toccherà diverse città della provincia, con eventi nelle vecchie corti e nei cortili, per far riscoprire alcuni angoli suggestivi del territorio sulle note della buona musica. Alle 20 aperitivo con degustazioni, alle 21 il concerto. L'ingresso è libero.