All'Università dell'Insubria svelati i misteri dell'antica Como

Sabato 28 gennaio un convegno aperto al pubblico dedicato alle strutture difensive e gli antichi palazzi della Città Murata

L'incontro si svolgerà nel chiostro di Sant'Abbondio

L'incontro si svolgerà nel chiostro di Sant'Abbondio

Como, 27 gennaio 2017 – I segreti dell'antica Città Murata saranno svelati domani, sabato 28 gennaio, nel corso di un convegno aperto al pubblico che si svolgerà nel chiostro di Sant'Abbondio, dalle 9 alle 17. Ad organizzare il seminario il Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità Culturali dell’Università degli Studi dell’Insubria che analizzerà le Politiche del costruire a Como nei secoli XV-XVI. 

L’idea dell’incontro di studi nasce dal desiderio di mettere a frutto le suggestioni nate dalla pubblicazione del Liber incantuum laboreriorum et reparationum civitatis Cumarum (1426-1436) conservato presso l’Archivio di Stato di Como. Il manoscritto, che registra l’appalto di ben 49 opere pubbliche messe all’incanto dal comune di Como nel corso del Quattrocento, è stato ora pubblicato per la prima volta a cura di Marta Mangini, nell’ambito di una ricerca supportata dal Centro. «I lavori pubblici registrati nel Liber incantuum sono stati assegnati al miglior offerente per la riparazione o la costruzione ex novo delle strutture difensive della città e dell’episcopato lariano, andate poi distrutte nel corso del conflitto che provocò ingenti danni materiali all’assetto urbanistico-difensivo della città e ne sconvolse l’ordine politico-amministrativo. Ristabilita la pace, Filippo Maria Visconti provò a gettare le basi del faticoso ritorno all’ordine ripensando anche alle strutture fortificate distrutte negli scontri di inizio secolo», spiega la dottoressa Mangini. «Come spesso accade – continua Marta Mangini - la cittadella di Como e il suo sistema difensivo risultano oggi solo parzialmente osservabili. Ma appunto attraverso una lettura quanto più possibile interdisciplinare di fonti documentarie come il Liber incantuum, è ancora oggi possibile immaginare quale fosse agli inizi del Quattrocento la forma urbis di Como e, più in generale, quali importanti significati politici e simbolici dovesse veicolare» . A confrontarsi con tali tematiche saranno studiosi di discipline diverse provenienti da numerosi atenei e archivi lombardi: storici dell’architettura, delle istituzioni e dei sistemi difensivi, ma anche storici della lingua, dell’arte, dell’economia e del diritto amministrativo, con prospettive di ricerca che si intrecciano alle indagini archivistiche e documentarie «nell’intento di valorizzare la documentazione, illuminando così la storia entro cui si sono definite e sono state poi fruite nel tempo la cittadella di Como e il sistema difensivo lariano», commenta il professor Gianmarco Gaspari, Direttore del Centro.