Accordo sul prezzo del latte, sospiro di sollievo per gli allevatori

Primo risultato concreto dopo la grande mobilitazione

Una delle mobilitazioni delle scorse settimane

Una delle mobilitazioni delle scorse settimane

Como, 26 novembre 2015 – Una boccata di ossigeno per gli allevatori del nord Italia, compresi quelli lariani. Con l'accordo sul nuovo prezzo del latte alla stalla i 188 proprietari di allevamenti in provincia di Como e i 101 in provincia di Lecco possono tirare un sospiro di sollievo. «Un primo risultato concreto della mobilitazione che ci ha coinvolto con i presidi nelle industrie e nei supermercati, dove abbiamo trovato il sostegno convinto dei cittadini nella difesa del latte, delle stalle e delle nostre campagne», sostiene il presidente di Coldiretti Como e Lecco Fortunato Trezzi, egli stesso allevatore. L'intesa raggiunta con i vertici della multinazionale «Lactalis» prevede per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al litro di latte prodotto a cui bisogna aggiungere un altro centesimo garantito garantito dal ministero delle Politiche agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali. Tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte si stima che l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in più nelle stalle italiane, 130 milioni solo in Lombardia, se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio italiano.

«E’ una boccata di ossigeno alle imprese che si trovano in un grave momento di difficoltà - prosegue il direttore dell'associazione provinciale di categoria Francesco Renzoni -. Tuttavia, la battaglia continua nelle sedi istituzionali per arrivare al più presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come made in Italy il prodotto importato. Ciò è di fondamentale importanza per assicurare un futuro alla zootecnia lariana, un settore più che strategico per l’agricoltura delle due province di Como e Lecco».

«Dobbiamo lavorare sul territorio a stretto contatto con le associazioni di consumatori, perché si possa sempre più riconoscere il prodotto rintracciabile e di qualità – aggiunge sempre il presidente interprovinciale -. Anche l’industria se ne sta accorgendo, e diverse realtà stanno iniziando a indicare la provenienza del latte 100% italiano in determinati prodotti. Ma occorre fare di più, perché siamo solo ai primi risultati di un percorso che continua. L’obiettivo è dare respiro a un settore che aspetta da troppo tempo un’inversione di tendenza». Negli ultimi 11 anni nelle due province lariane ha chiuso un allevamento su quattro: dei 385 del 2014 ne sono rimasti appena 289 con una perdita del 24,9%, con una maggiore incidenza nella provincia di Lecco dove il calo delle aziende è stato del 36,5%, un dato che, a livello regionale, è secondo solo alla provincia di Sondrio per numero di allevatori che hanno gettato la spugna.