Como, nel mirino la gang del trasporto merci

Le indagini sui furti della banda proseguono all’estero

I carabinieri di Como  hanno compiuto  il blitz  l’altra notte  arrestando otto persone e due sono finite ai domicialiri

I carabinieri di Como hanno compiuto il blitz l’altra notte arrestando otto persone e due sono finite ai domicialiri

Como, 3 marzo 2015 - Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Lituania e Svizzera: la geografia dei furti realizzati dalla banda arrestata dai carabinieri di Como, tocca quasi tutti i Paesi europei, con dieci colpi in aggiunta ai 46 italiani. L’indagine, che ha portato a dieci arresti domenica mattina, di cui due in carcere e gli altri ai domiciliari, è riuscita a individuare una modalità inedita e molto ben congegnata di appropriazione indebita delle merci affidate a spedizionieri, che non arrivavano mai a destinazione.

In un primo momento la banda, che ha sempre utilizzato banche dati internazionali, create appositamente per mettere il relazione aziende e trasportatori, si spacciava per rappresentante di un corriere realmente esistente, esponendosi tuttavia ai rischi di essere individuato nella sua sostituzione di società. Così, dopo alcuni colpi andati comunque a buon fine, il gruppo ha deciso di creare una ditta di autotrasporti finalizzata solo a truffare le aziende che affidavano i carichi, la Esposito Vincenzo, con sede a Scafati, nei pressi di Nocera Inferiore. Qui avevano trovato un ufficio all’interno di una polo di spedizionieri, con un via vai quotidiano di mezzi pesanti, tra cui i loro: con la differenza, che in questo caso la merce, di ogni genere, veniva indebitamente trattenuta e rivenduta al mercato nero. Oppure, in caso di difficoltà a trovare un acquirente, veniva proposta alle stesse ditte a cui era stata derubata.

«È la fame…», dice all’impiegata di una ditta Alfonso Amaro, napoletano di 26 anni, finito in cella assieme a Vincenzo Tufano, 42 anni di Pompei. A fare denuncia è stato un imprenditore comasco, che nel marzo 2011 aveva aperto da poco aperto un’unità produttiva a Ponte Cagnano, provincia di Salerno: dopo aver subappaltato un trasporto di materiale plastico, del valore di 230mila euro, diretto in Polonia, si è trovato a dover capire quale fine avesse fatto la sua merce: era stata la ditta subappaltatrice a farlo sparire, i cui rappresentanti, nel giro di pochi giorni, lo avevano contattato, intimandogli di chiudere perché portava via clienti alle attività locali. Ma l’uomo di è rivolto ai carabinieri, facendo scattare un’indagine che ha portato a dieci arresti, al recupero di 70mila euro di materiale plastico per stava per essere rubato a una ditta del Milanese, e a svelare un metodo di furto molto diffuso soprattutto in Campania.