L'antiquario trova un tesoro e lo riconsegna

Nel doppiofondo di una vecchia madia spunta un titolo di stato da 50 milioni di lire

 Il titolo di stato è spuntato nel doppio fondo di una madia

Il titolo di stato è spuntato nel doppio fondo di una madia

Como, 28 marzo 2015 - Tanti al suo posto non si sarebbero fatti alcuno scrupolo e sarebbero corsi nel primo ufficio postale per riscuotere quel vecchio Bot del valore di cinquanta milioni di vecchie lire, tuttora in corso e pagabile al portatore, che la fortuna gli ha fatto trovare nello scomparto segreto di un mobile che stava restaurando. Non ha fatto così però Simone Federici, antiquario originario di Novara con una bottega in città che al contrario si è premurato di contattare subito la signora che gli aveva portato quel vecchio mobile di famiglia da sistemare.

E' stato lui stesso a spiegare alla signora che nel doppio fondo del cassetto di quella vecchia madia era custodito da decenni un vero e proprio tesoro. «Mi sono accorto che di quello scompartimento segreto solo quando mi sono messo a ripulire il mobile – le ha spiegato – passando le ante e le superfici di quella vecchia madia con dell’olio mi sono accorto che sotto uno dei cassetti c’era una specie di doppio fondo. Ho sollevato il piano e sono spuntate una vecchia fotografia e alcune carte». Si trattava di una lettera e un titolo di Stato, ancora in lire, del valore di 50 milioni. L’antiquario ha così riconsegnato tutti i documenti alla proprietaria, tenendosi il mobile da sistemare

. È stata la donna dopo alcune verifiche a scoprire che il titolo era perfettamente valido, anche se emesso al tempo della lira. Il suo valore oggi è pari a poco più di 25mila euro, ai quali vanno aggiunti gli interessi legali e la rivalutazione. Gli impiegati di Bankitalia venuti a conoscenza della storia hanno spiegato alla donna che quel Bot era un titolo al portatore e quindi, come un qualsiasi assegno circolare, sarebbe stato pagato senza problemi anche all’incorruttibile antiquario se si fosse presentato ai loro sportelli per incassarlo. Sarà per questo che la signora, più ricca di 25mila euro, ha pensato di offrirgli una ricca ricompensa che però l’artigiano ha rifiutato. «Sono pagato per sistemare il mobile – ha risposto – il suo contenuto non è mio e quindi mi è sembrata la cosa più ovvia restituirlo alla legittima proprietaria. Fa parte del mio lavoro, per questo non voglio ricompense». Un po’ quello che fece, nel dicembre dell’anno scorso, Antonio Cristofaro di Albavilla che ritrovò per terra nel parcheggio dell’ospedale Fatebenefratelli un portafogli con all’interno 2.700 e senza esitare li restituì al legittimo proprietario. Un gesto di onestà premiato qualche settimana dopo con una benemerenza consegnatagli dal sindaco, chissà che anche all’integerrimo antiquario non possa accadere la stessa cosa.