Abusi sulla figlia che restò incinta, finisce in carcere dopo anni di orrore

La convinse ad bortire a 15 anni dicendo che avrebbe smesso di tormentarla

Il cinquantenne comasco è finito al Bassone

Il cinquantenne comasco è finito al Bassone

Como, 19 febbraio 2015 - E' finito al Bassone, dopo cinque anni di violenze sulla figlia, e un aborto passato sotto silenzio, con la menzogna che il padre fosse un fantomatico fidanzatino mai esistito. Perché nella vita di quella ragazzina, da quando aveva 12 anni fino ai 17, c’è stato solo suo padre, un cinquantenne comasco. Protagonista di abusi ripetuti, che si ripetevano regolarmente dentro casa, fino a quella gravidanza più indesiderata che mai, avvenuta quando la figlia aveva 15 anni. Non lo ha voluto tenere nemmeno un minuto quel bambino, ma quando si è presentata ai medici, ha riferito la versione che lui le aveva chiesto di dare: che quel figlio non fosse la conseguenza di un incesto, ma un errore con un ragazzino della sua età, di cui non voleva rivelare il nome.

Lei ha accettato, suo malgrado, un po’ perché non aveva la forza e la capacità di fare diversamente, ma soprattutto perché il padre le aveva fatto una promessa: se tutto fosse andato come lui le aveva chiesto, l’avrebbe smessa, non le avrebbe mai più messo un dito addosso. Per un po’ quella promessa l’ha rispettata, e lei ha iniziato a pensare che il suo silenzio forse aveva avuto un senso. Ma poco alla volta le cose sono tornate come prima. Così due mesi fa, nel periodo di Natale, la ragazzina si è presentata ai carabinieri di Como per raccontare tutto. Non era da sola: con lei c’era la madre, che a sua volta ha denunciato il marito per maltrattamenti. In poche ore, hanno raccontato ai militari cinque anni di violenze e abusi, tenuti nascosti fino a quel momento. Una situazione di disagio familiare estrema, portata avanti per un tempo infinito, compresa quella gravissima parentesi dell’aborto.

Prima di procedere contro l’uomo, i carabinieri hanno voluto fare una serie di accertamenti, in accordo con la Procura di Como. Valutare l’attendibilità di madre e figlia, innanzi tutto, capire i motivi per cui avevano atteso così a lungo, e la fondatezza di quella serie di episodi, gravissimi e intollerabili, raccolti solo ora. Accertamenti che sono andati oltre, alla ricerca di elementi che potessero confermare le dichiarazioni raccolte nel verbale, fare da riscontro anche a particolari minimi, ma indicativi della credibilità. In meno di due mesi, sono arrivati a raccogliere elementi sufficienti a ipotizzare che quei racconti fossero veri, e che quella convivenza di anni, fosse caratterizzata da condotte violente da parte dell’uomo, fisiche e sessuali. Così è stata chiesta la custodia cautelare in carcere, che ha portato il cinquantenne al Bassone, allontanandolo dalle mura domestiche