Un miliardo e mezzo di euro e 10mila nuovi posti di lavoro: i numeri del business della coltivazione di cannabis

Coldiretti è sicura: "Un'opportunità che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall'estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l'agricoltura all'industria farmaceutica"

Una pianta di marijuana (Ap/Lapresse)

Una pianta di marijuana (Ap/Lapresse)

Cernobbio (Como), 17 ott. - Coltivare la cannabis? Un'opportunità "che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall'estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l'agricoltura all'industria farmaceutica", valuta Coldiretti. In attesa del via libera su vasta scala alla coltivazione della cannabis indica a scopo terapeutico in Italia, è già "boom nella coltivazione della canapa (cannabis sativa), con un aumento del 150% dei terreni coltivati nel 2014 rispetto all'anno scorso a scopo tessile, edile, cosmetico, eccetera". E' quanto emerge dal primo studio sulle potenzialità economiche e occupazionali della coltivazione, trasformazione e distribuzione della cannabis indica ad uso terapeutico in Italia, studio presentato al Forum Coldiretti di Cernobbio. "Nel 2014- sottolinea la Coldiretti- sono raddoppiate le aziende agricole coinvolte nella semina che dalle 150 del 2013 sono passate a circa 300 quest'anno, con il conseguente aumento degli ettari coltivati in Italia che da circa 400 (nel 2013) sono diventati 1000, con campi di canapa che fanno capolino dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Friuli V.G. Sicilia e Sardegna". Insomma, "un vero boom" spinto dalle molteplici opportunità di mercato che offre questa coltivazione particolarmente versatile e dalla quale si ottengono dai tessuti ai materiali edili, ma anche olio, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, carta o imballaggi. Una prima sperimentazione "potrebbe aprire potenzialità enormi se si dovesse decidere di estendere la produzione in campo aperto nei terreni adatti", segnala Coldiretti, ricordando che "negli anni 40 con ben 100mila ettari coltivati l'Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici". L'agricoltura italiana "è oggi pronta a recepire le disposizioni emanate dal Governo e a collaborare per la creazione di una filiera controllata capace di far fronte a una precisa richiesta di prodotti per la cura delle persone affette da malattia- dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - si tratta anche di un progetto innovativo che potrebbe vedere il nostro Paese all'avanguardia nel mondo".

E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe` in occasione del Forum internazionale dell`agricoltura e dell`alimentazione di Cernobbio. Quasi due italiani su tre (64%) sono favorevoli alla coltivazione della cannabis a uso terapeutico in Italia, per motivi di salute ma anche economici e occupazionali. Si tratta del primo studio sulle potenzialità economiche e occupazionali della coltivazione, trasformazione e distribuzione della cannabis ad uso terapeutico in Italia. La stragrande maggioranza dei cittadini accoglie dunque con favore - sottolinea la Coldiretti - la firma del protocollo per l'avvio della produzione di cannabis terapeutica nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze da parte del ministro della Difesa e del ministro della Salute. Una comprensione che - precisa la Coldiretti - risponde ai bisogni di pazienti con patologie gravi.  Secondo lo studio di Coldiretti la coltivazione, trasformazione e commercio in Italia della cannabis a scopo terapeutico per soddisfare i bisogni dei pazienti italiani e stranieri può generare da subito un business di 1,4 miliardi e garantire almeno 10mila posti di lavoro dai campi al flacone.