Case in affitto, il record è a Campione d’Italia

Quasi la metà delle famiglie alloggia in un immobile che non è di proprietà

Campione d'Italia

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Campione d'Italia (Como), 6 maggio 2015 -  Di passaporto italiano, ma con le abitudini elvetiche, gli abitanti di Campione primo Comune d’Italia per numero di famiglie che decidono di vivere in affitto anziché acquistare casa. A svelarlo un’indagine di «Solo Affitti», franchising immobiliare con 340 agenzie in Italia e una quarantina nella Penisola Iberica. Secondo lo studio a Campione d’Italia quasi la metà delle famiglie (45,3%) alloggia in un immobile affittato, una media che supera di circa due volte e mezzo quella nazionale (17,9%) e regionale (18,7%). Fra i primi dieci comuni lombardi con più case in affitto quelli milanesi la fanno da padroni con Rozzano (2° posto con il 37%), Morimondo (4° posto e 33,6%), Cesano Boscone (6° posto e 30,9%) e la stessa Milano (10° posto e 29,1%). Due i comuni pavesi in graduatoria, Rocca de’ Giorgi (3° posto e 34,2%) e il capoluogo Pavia (8° posto e 29,3%) mentre fra i grandi centri ci sono anche Mantova (5° posto e 31,5%), Cremona (7° posto e 29,7%) e Brescia (9° posto e 29,2%). Nel Comasco, dopo Campione d’Italia, le locazioni piacciono molto a Como città (26,1%) e San Fedele Intelvi (22,9%) mentre sono assai poco diffuse a Cavargna (0,9%), Trezzone (1%) e Montemezzo (1,5%).

«In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca certamente si è avviato un percorso virtuoso. L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione». Nel caso di Campione più che la cedolare secca a costringere le persone a vivere in affitto è l’alto costo della vita, perfettamente in linea con gli standard elvetici. Non è un caso che il sindaco, Maria Rita Piccaluga, da mesi ha avviato una trattativa serrata con il Ministero dell’Economia perché riconosca e tuteli lo speciale status dei campionesi, penalizzati anche dalla recente decisione della Banca Centrale Svizzera che non difendendo più il franco ha determinato lo scambio alla pari con l’euro.