Perdono il lavoro per colpa della crisi: si riciclano come badanti o falegnami

Fino a qualche anno fa accudire gli anziani era un mestiere per stranieri, adesso invece a sgomitare per rifare i letti e imboccare i nonnini ci sono anche gli italiani che a quarant’anni suonati si rimettono in gioco in cerca di un nuovo futuro di Roberto Canali

Badante (Frascatore)

Badante (Frascatore)

Cantù (Como), 27 agosto 2014 - Fino a qualche anno fa accudire gli anziani era un mestiere per stranieri, adesso invece a sgomitare per rifare i letti e imboccare i nonnini ci sono anche gli italiani, uomini e donne che per colpa della crisi sono rimasti senza lavoro e a quarant’anni suonati si rimettono in gioco in cerca di un nuovo futuro. «È un fenomeno che abbiamo notato già nell’ultimo anno - spiega Ilenia Spinelli, responsabile dell’Enaip di Cantù - una volta ai corsi Osa e Asa c’erana un’alta percentuale di cittadini stranieri, adesso invece sono tutti italiani. La crisi ha sicuramente avuto il suo peso a determinare alcune di queste scelte, anche se la necessità da sola non basta, alla base ci devono essere la convinzione e una forte motivazione. Il corso ha una durata di 1000 ore ed è certificato da Regione Lombardia con un esame finale. Studiare non basta, ci sono prove pratiche da superare e periodi di tirocinio». Una vera e propria rivoluzione che non è limitata ai soli corsi parainfermieristici. «Proprio in questi giorni abbiamo riaperto le iscrizioni per diventare “Artigiano del legno” - prosegue la responsabile della scuola professionale - Un corso che affonda le proprie radici nel nostro territorio dove da oltre un secolo nelle botteghe, poi diventate in molti casi aziende, la manualità legata alla realizzazione dei mobili si è raffinata in una vera e propria arte». Un mestiere antico e sapiente al quale ci si può avvicinare seguendo un corso, teorico e pratico, di 200 ore. 

«Le lezioni si tengono di sera per due volte la settimana, in aula e in laboratorio. Poi c’è la possibilità di approfondire le proprie competenze con dei periodi nelle aziende che sostengono la scuola. Lo scorso anno si sono iscritte quindici persone a questo nuovo indirizzo, con un’età che variava dai 20 ai 40 anni. Addirittura c’era chi partiva dal Piemonte per venire a lezione a Cantù. «Per molti è stato un modo di coltivare una passione, ma alcuni grazie a questo corso hanno anche trovato lavoro o hanno aperto la loro attività in proprio». Un po’ quello che è capitato con i ragazzi che hanno seguito i corsi di “Operatore del legno” e “Domotica”, riservati a chi ha già un diploma in tasca o addirittura una laurea. Così architetti e ingegneri sono tornati sui banchi per imparare a trasformare le loro idee in oggetti veri e propri, sperimentandosi poi nelle aziende del territorio. «La notizia più bella per noi - conclude Ilaria Brenna - è che su 12 ragazzi che hanno concluso i loro corsi a luglio, ben 5 cinque hanno già trovato un lavoro. Di questi tempi è davvero un ottimo risultato».