Accoltellò l’amica: condannato in Appello

La Corte d’Appello di Milano ha confermato l’accusa di tentato omicidio, condannando il muratore di 47 anni di Lipomo, a 5 anni e 6 mesi di carcere per l’aggressione Bice Righetti, lo scorso anno nell’abitazione della donna

L'esterno del Tribunale di Milano

L'esterno del Tribunale di Milano

Lipomo (Como), 27 settembre 2014 - Anche la Corte d’Appello di Milano ha confermato l’accusa di tentato omicidio, condannando Giuseppe Vincenzo Rizzo, muratore di 47 anni di Lipomo, a 5 anni e 6 mesi di carcere per l’aggressione Bice Righetti, lo scorso anno nell’abitazione della donna. I giudici non hanno accolto la richiesta del suo difensore, Fabio Gualdi, di ridimensionare l’imputazione in lesioni, confermando in pieno il primo grado. L’episodio risale alla sera del 29 aprile dello scorso anno, quando l’uomo aveva accoltellato al petto una sua amica, Bice Righetti, 57 anni, nel suo appartamento di via Ca’ Rotta. I motivi che lo avevano spinto a sferrare quel fendente, mentre i due stavano guardando la televisione come fatto tante altre volte, sono sempre rimasti un punto nero della ricostruzione di quella vicenda. 

«Non so cosa mi è preso in quel momento» aveva detto Rizzo, ribadendo più uno stato confusionale che fin da subito gli aveva impedito di trovare una logica che motivasse il suo gesto. La stessa Righetti — che nel frattempo è deceduta per altre cause — non si era saputa spiegare quell’aggressione improvvisa. Dopo aver colpito la donna, Rizzo l’aveva gettata a terra, tentando di strangolarla, per poi lasciare improvvisamente la presa e fuggire. Era stato lui a gridare e richiamare l’attenzione dei vicini, che a loro volta avevano chiamato i soccorsi, mentre Rizzo era andato a casa e si era cambiato gli abiti sporchi di sangue. I carabinieri erano velocemente risaliti a lui, che in un primo tempo aveva negato l’aggressione per poi arrivare ad ammettere tutto, anche senza trovare una spiegazione al suo gesto.