Lo sdegno prestamapato

La realtà è molto evidente: viviamo in un mondo troppo violento per lasciare una persona al servizio della collettività sola di notte in balia del primo che passa

Milano, 20 novembre 2017 - La realtà è molto evidente: viviamo in un mondo troppo violento per lasciare una persona al servizio della collettività sola di notte in balia del primo che passa. In molti casi per dei bisogni, delle necessità reali. Spesso, con le migliori intenzioni. Qualche volta (troppe) con le peggiori. Quindi? Semplice: bisogna difenderli. Di fronte a una aggressione diffusa, è necessaria una difesa capillare. Costante. Se un esercito attacca, ce ne vuole uno che risponda. Nella società della sopraffazione, la sociologia non basta: servono le divise. Il racconto della dottoressa violentata nella guardia medica, come i tanti racconti che possono fare medici e infermieri dei pronto soccorso, fa quasi più paura per la solitudine del dopo che per la violenza del fatto.

Già intollerabile. Per una donna, a maggior ragione, ma anche per un uomo, aggredito magari per scopi diversi da quelli sessuali, per un raptus, una rapina. Qualunque cosa. E lasciamo stare la grande politica, che ha altro a cui pensare. Quella da sdegno prestampato, da note inviate alle agenzie di stampa per finire su un tg. No, parliamo di quella operativa, che gestisce la salute dei cittadini, ad esempio, e deve garantire la sicurezza del personale. La politica che si copre dietro la definizione di Azienda per fare finta di badare al sodo, come le aziende vere, senza curarsi dei partiti: Asp, Asl, Asa, Adi... Un’esibizione di fantasia, e di poltrone, che se applicata alla ricerca avrebbe già sconfitto le malattie. Quella che dovrebbe spendere meno soldi in scartoffie e passacarte, e più danaro in vigilanza. Certo, mica si può mettere una guardia in ogni reparto. Ovvio. Ma è chiaro che avamposti del rischio come guardie mediche o pronto soccorso vanno un po’ militarizzati, un po’ protetti con video sorveglianze centralizzate, in modo che il personale non sia lasciato solo. Mai. Come è successo alla dottoressa Strano, violentata da un paziente nel buio della notte. Senza una difesa, prima. E senza nemmeno un fiore, dopo.