Violenza sui treni, solo le pene certe possono aiutare

Ormai quello della delinquenza sui treni è diventato un problema di ordine pubblico. Ed è dunque lo Stato a dover intervenire. Non solo con la prevenzione

Milano, 21 luglio 2017 -

LETTERA

Caro direttore, ancora una volta dobbiamo leggere di un ferroviere aggredito mentre fa il suo lavoro. Francamente non se ne può più. Io le chiedo: ma non è possibile fare davvero qualcosa per garantire sicurezza a chi lavora e anche a noi poveri viaggiatori? Non si può fare in modo di avere una vigilanza più stretta? Troppe volte chi viaggia, soprattutto su certe linee, è costrettoa convivere con paure e timori. E non è giusto. Antonella P., via mail

RISPOSTA

Mi creda: condivido in buona parte la sua analisi. Solo su una cosa non sono d’accordo: non penso che si possano militarizzare i treni per garantire la sicurezza ai cittadini. Certo, più controlli sono indispensabili. Ovvio, una vigilanza più stretta aiuta. Ma in questi ultimi due anni il responsabile del trasporto regionale e la stessa Regione Lombardia non sono stati con le mani in mano. Hanno scritto a prefetti, invocando interventi. Hanno pagato le spese (che ricadono indirettamente su tutti noi) per i servizi di vigilanza privata. Ormai quello della delinquenza sui treni è diventato un problema di ordine pubblico. Ed è dunque lo Stato a dover intervenire. Non solo con la prevenzione. Stiamo parlando di reati, e i reati vanno repressi con fermezza. Il processo penale, allora, deve essere più breve, soprattutto per i casi di non difficile definizione. E le pene, quando arrivano, devono essere scontate effettivamente, non sulla carta.

sandro.neri@ilgiorno.net