Gli errori da evitare

Diceva De Gasperi che l’uomo politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle generazioni future

Milano, 27 agosto 2016 - Diceva De Gasperi che l’uomo politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle generazioni future. Matteo Renzi – com’è normale nella dialettica politica – viene accusato dai suoi avversari di indirizzare tutta l’attività di governo al superamento dello scoglio referendario e alla vittoria nelle elezioni del 2018. In realtà, annunciando il piano ‘ Casa Italia’ per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano dal rischio sismico, il presidente del Consiglio si è assunto un impegno gravoso e strategico che deve partire immediatamente, ma investirà per tempi, costi e benefici soprattutto le generazioni future. Egli sarà misurato su questo, piuttosto che su provvedimenti tampone per l’economia. Dopo la strage di bambini per il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia nel 2002, Berlusconi firmò nel 2003 un decreto che stabiliva i criteri della messa in sicurezza degli edifici dando cinque anni di tempo per realizzarli. Ci fu poi una proroga al 2013, ma non risulta che questo piano abbia avuto mai piena attuazione.

Negli ultimi anni molte case in zone diverse d’Italia sono state costruite con seri criteri antisismici, ma molte altre no, come ci conferma la tragedia di Amatrice. L’obiettivo che deve darsi Renzi è dotare ogni fabbricato di un libretto equivalente a quelli che consentono la circolazione di una automobile. Se il mezzo non viene revisionato, l’auto resta ferma. Se un fabbricato non dovesse avere la certificazione non dovrebbe essere venduto e in prospettiva nemmeno abitato. È un processo in uso nelle aree della California più esposte a rischio sismico e non si capisce perché non possa essere replicato da noi. Fortissimi incentivi fiscali e contributi adeguati potranno incoraggiare i proprietari di casa a investire per la propria sicurezza e per il valore del proprio patrimonio. Da questo momento, oltre a valutare zona, panorama, eleganza di uno stabile dovremo chiederci: come è stato costruito? Quanto è sicuro? Ingegneri e geologi sono d’accordo nel creare squadre d’intervento che a un prezzo pre-definito potranno cominciare le perizie.

Altro tema è la ricostruzione dei centri colpiti. I residenti esigono giustamente che i loro paesi rivivano com’erano e dov’erano. E non vogliono abbandonarli nemmeno durante l’emergenza. Le ‘new town’ costruite a L’Aquila servirono ad evitare a 80mila persone la permanenza per anni nei container che hanno accompagnato tutti i terremoti italiani. Alcuni edifici sono stati costruiti bene, altri mediocremente, altri malissimo da imprese inqualificabili. Ma il sistema ha funzionato. Gli abitanti di Onna, la frazione simbolo del terremoto, vivono serenamente in belle case di legno costruite dai falegnami di Trento accanto al paese nell’attesa che venga esaurita la ricostruzione. Case del genere posso essere costruite in tempi rapidissimi e sarebbero perfette per Amatrice. La ricostruzione del centro storico dell’Aquila ha patito un lungo, gravissimo rallentamento per la complessità delle procedure burocratiche, ma oggi è sede del più grande cantiere europeo. La lezione è servita e c’è da credere che il governo ne farà tesoro per la ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto del 24 agosto. Ex malo bonum, diceva Sant’Agostino. Seppelliti i troppi morti, salvaguardiamo milioni di vivi.