Sì all’Europa giusta: quella di Spinelli ora ispiri Macron

"I venti aniteuropeisti che spirano nei Paesi del vecchio continente non sono solo il frutto di populismi che solleticano il malumore della gente, bensì anche la legittima protesta per un’Europa troppo burocratizzata"

DOMANDA:

Cato direttore, finalmente un europeista. Macron. Dopo la Brexit e dopo Trump, con Salvini e Grillo che vogliono tornare alla lira e che pensano che essere governati da Roma (o da Napoli o da Palermo) sia meglio del governo europeo, una luce di speranza arriva dalla Francia. Qualcuno che vuole proseguire con l’Europa. Di strada ne abbiamo parecchia. Due Europe: una per chi vuole andare avanti subito e una per chi vuole aspettare. E se qualcuno ha nostalgia per l’inflazione può farsi una crociera in Venezuela. Franco Arriciati

RISPOSTA:

Che l'Europa costituisca il futuro a cui guardare appare ineluttabile. Ma che ci sia tanto da fare, meglio da riformare, è altrettanto lampante. I venti aniteuropeisti che spirano nei Paesi del vecchio continente non sono solo il frutto di populismi che solleticano il malumore della gente, bensì anche la legittima protesta per un’Europa troppo burocratizzata e agganciata a regole, e al loro rispetto talvolta rigido, che mettono in secondo piano lo spirito per il quale cittadini di nazionalità diverse, che per secoli si sono persino combattuti, dovrebbero stare insieme. Lo stesso Macron, incontrando Angela Merkel (e sinceramente non vedo positivamente la scelta di un confronto a due come primo passo da presidente eletto al di fuori della Francia, sarebbe stato preferibile un intervento a un vertice europeo), ha sollecitato un ripensamento riformista dell’Unione Europea. Magari una riforma dei Trattati che prenda spunto ideale dall’ancora attualissimo “Manifesto di Ventotene” in cui Altiero Spinelli, insieme con Ernesto Rossi ed Ursula Hirshmann, sostenne tra l’altro la necessità di creare una forza politica esterna ai partiti tradizionali, inevitabilmente legati alla lotta politica nazionale. sandro.neri@ilgiorno.net