Serve un maxi Daspo

Lo stalking mette forse in crisi lo stato di diritto, imponendo di scegliere fra misure tempestive ed efficaci, ma allora sommarie, e rispetto dell’‘accusato’, con rischi anche mortali per la vittima? Non è così

Milano, 23 giugno 2017 - Lo stalking mette forse in crisi lo stato di diritto, imponendo di scegliere fra misure tempestive ed efficaci, ma allora sommarie, e rispetto dell’‘accusato’, con rischi anche mortali per la vittima? Non è così. Intanto, lo stato di diritto deve sapere tutelare la vittima sia attuale (ha già la vita distrutta) che potenziale (rischia la vita). Ma, soprattutto, lo stalker è sia un terrorista del caso concreto, sia il messaggero di un futuro crimine ben più grave. Nessuna scusa per la pubblica inerzia. Lo stesso CSM impone speciale attenzione e prevenzione alle Procure. Pm e polizia, è vero, sono oberati e sotto-organico e fanno quel che possono, ma vivono di norma perseguendo crimini passati. Terrorismo, stalking e protezione di soggetti a rischio sono fra i pochi casi di specifico pericolo criminale futuro.

Ma con diversi gradi di incertezza sulla identità sia del criminale che della vittima. Solo nello stalking entrambi hanno nome e cognome. Mentre negli altri due casi ci sono soltanto o una potenziale sospetta vittima, e basta questo già per imporre costosissime scorte (e serie responsabilità per averla negata: vedi caso Biagi), o potenziali terroristi da scovare. Quando nomi e cognomi sono già noti, attenzione e mezzi debbono essere massimi. Ed è grave non intervenire: è recente la condanna risarcitoria della Procura di Caltagirone per la evitabile morte d’una donna accoltellata dal marito stalker. La legge c’è. Ma va sia applicata con rigore che potenziata. Ampliando misure preventive e pene dissuasive per violazioni di divieti di avvicinamento alla vittima. Che dovrebbero avere maggior latitudine: distanze misurate non in metri o chilometri, ma, soprattutto per lo stalker recidivo, con divieti di dimora nelle città delle vittime; ben vengano i braccialetti elettronici, costrittivi però anche per la vittima. Serve una sorta di ‘maxi-Daspo’. Già ora, ogni atto di stalking che consente carcerazione preventiva potrebbe portare alla concessione di domiciliari, o obbligo di dimora solo in differenti comuni