Scuole al freddo. Assurdo ma la colpa non è dei presidi

Scuole al freddo, caldaie rotte e bagni senza acqua. Mi sembra di essere nel medioevo

Milano, 23 gennaio 2017 - 

LETTERA

Scuole al freddo, caldaie rotte e bagni senza acqua. Mi sembra di essere nel medioevo. Ma i presidi che ci stanno a fare? Sono loro che si devono preoccupare che a scuole chiuse per le vacanze invernali, le caldaie siano attivate in funzione antigelo e che l’impianto idrico sia svuotato se ritenuto a rischio ghiaccio. Cose elementari che chiunque metterebbe in pratica in inverno in una casa non utilizzata. Ma certi presidi non hanno studiato che l’acqua quando si trasforma in ghiaccio aumenta di volume? Roberto Nuara, Monza

RISPOSTA

Il rientro gelato in molti istituti è una realtà. Puntualmente raccontata, per altro, sulle colonne di questo giornale. La questione da lei sollevata sul ruolo dei dirigenti scolastici è più complessa e richiede chiarimenti. Il dirigente non può direttamente intervenire sugli impianti e sulla loro manutenzione. La competenza è dei Comuni per materna, primaria e secondaria di primo grado, della Provincia per gli istituti superiori. Anche in questo caso, non vi è un unico ente di riferimento, con una frammentazione mai risolta nel tempo. Al dirigente spetta il compito di garantire, tramite accordi annuali con i competenti uffici, i tempi ed i modi di controllo degli impianti e della manutenzione. Nessun capo d’istituto ha il potere di decidere in totale autonomia, anche se responsabile della sicurezza. Le Province e i Comuni, in difficoltà economica e, in alcuni casi, con carenza di personale, non sempre riescono a garantire il servizio. Allora, le classi rimangono al freddo. sandro.neri@ilgiorno.net