È giunto il tempo di mettere da parte i presidi "a tempo"

"Con l’autonomia scolastica, la funzione dirigenziale è diventata strutturale al funzionamento dell’ istituzione stessa ed ha individuato proprio nell’organizzazione dell’offerta formativa il centro di tale attività. Certo le reggenze non possono garantire tutto questo"

Milano, 27 febbraio 2017 - 

LETTERA:

DA CIRCA due anni, attendo il bando di concorso per dirigenti scolastici. Sono insegnante da più di vent’anni, con incarico di vicepreside da 4. Molte scuole non hanno un dirigente, ma vivono di reggenze, cioè di presidi già titolari di altra scuola che per un anno accettano di dirigere temporaneamente anche un altro istituto. In Lombardia, è la prassi. Ciò significa che la scuola in reggenza non può progettare a lungo termine. È un’emergenza alla quale il Miur risponde garantendo un bando continuamente prorogato. P.F.

RISPOSTA

ATTESO DA TEMPO, il concorso da dirigenti sembra essere in dirittura d’arrivo. La cautela, però, non è mai troppa perché non dobbiamo dimenticare le contingenze, soprattutto economiche, che possono modificare rapidamente decisioni già stabilite da parte del Miur. In effetti, la situazione in Lombardia è critica, anche se non è migliore in altre regioni, soprattutto nel Nord. Si può obiettare che fra i tanti problemi della scuola, quello del dirigente scolastico non sia una priorità. Ma non è così, come lei sottolinea. Con l’autonomia scolastica, la funzione dirigenziale è diventata strutturale al funzionamento dell’ istituzione stessa ed ha individuato proprio nell’organizzazione dell’offerta formativa il centro di tale attività. Certo le reggenze non possono garantire tutto questo e, come al solito, possono evitare che la macchina amministrativa non si blocchi del tutto. Dal vertice alla base, il risultato è sempre lo stesso: evitare la paralisi con strumenti straordinari, mai con azioni di lungo termine. sandro.neri@ilgiorno.net