Ora è ufficiale: a scuola non tutti sanno l’italiano

In effetti non è così. E di questi giorni il dato fornito dal Miur sulla crescita annua di circa 50 mila unità di alunni non italiani

Milano, 29 maggio 2017 - 

LETTERA

Caro direttore, il Miur ha preso consapevolezza del cambiamento in atto, costante e continuo, e ha attivato corsi di formazione e progetti di inclusività. Naturalmente in ritardo, lasciando questioni fondamentali irrisolte: il confronto quotidiano di tutte le componenti della scuola con culture poco conosciute, la necessità continua di rivedere strategie didattiche e di metodo educativo, il confronto con chi ha lasciato il proprio contesto d’origine e ha bisogno di nuovi punti di riferimento. Ma tutte queste questioni sono state veramente al centro della riflessione politica e istituzionale? Ho la sensazione che non sia così. Paola, Milano

RISPOSTA

In effetti non è così. E di questi giorni il dato fornito dal Miur sulla crescita annua di circa 50 mila unità di alunni non italiani , con un numero complessivo di 815mila presenze nelle nostre classi , di questi oltre 200mila in Lombardia. Il dato, come lei osserva direttamente e ogni giorno, è oggettivo e non lascia dubbi. Il suo lungo elenco di questioni aperte richiama il bisogno di un metodo serio di approccio al cambiamento. Ai mutamenti complessi non si può rispondere se non con strategie di lungo termine, con un intenso lavoro di preparazione, in prima istanza, degli addetti ai lavori e, poi, di tutti. Non è andata così e a lungo il silenzio istituzionale è stato evidente. Oggi, dopo che tanto è già accaduto, si procede in modo più sistematico. In questo senso un elemento importante è stato il quadro normativo europeo a cui hanno fatto seguito imponenti investimenti in direzione dell’inclusività, con progetti mirati per innalzare il livello di competenze linguistiche di cittadini stranieri, con gli obiettivi di «Europa 2020». Solo adesso, però, il Miur ha riconosciuto l’insegnamento di Lingua italiana 2, con una specifica classe di concorso per ogni ordine e grado di scuola. È ufficiale: nelle scuole italiane non tutti conoscono la nostra lingua. sandro.neri@ilgiorno.net