"Preparazione", nota lieta del Festival

"Quest’anno il rito della sfida canora è andato oltre il compito di aprire una parentesi di leggerezza al tran-tran delle nostre vite, ha lasciato un segno"

Milano, 12 febbraio 2018 - 

LETTERA

I VERI vincitori di questa edizione del festival di Sanremo sono i presentatori. La musica ha avuto un ruolo importante, certo. Ma grazie al trio anche se le serate sono state un po’ lunghe e a rischio di stancare l’appuntamento è scorso via liscio, piacevole. Nessun fronzolo, le cose essenziali. Hanno piuttosto disturbato le pause pubblicitarie. È stato un bel momento nazionalpopolare e non solo perché sul palco c’era chi ha fatto da colonna sonora alla mia gioventù. Tutti da applausi. Annarita, Pavia

RISPOSTA

PREPARAZIONE. Quest’anno il rito della sfida canora è andato oltre il compito di aprire una parentesi di leggerezza al tran-tran delle nostre vite, ha lasciato un segno: per affrontare certi impegni ci vuole preparazione, non basta saper fare o imitare qualcuno che sapeva fare. Per una rassegna di musica leggera un messaggio non da poco che zittisce quello che ormai è un pensiero cardine di questi tempi a portata di un clic che rende tutto incolore: «Cosa ci vuole a fare quella cosa? Niente». Tutto è facile, basta poco, non serve che un po’ di coraggio e faccia tosta e... clic: ecco fatto. E così si svilisce il valore di un lavoro, di qualsiasi cosa. Quest’anno è accaduto che sul palco di Sanremo sono saliti tre professionisti che hanno portato loro stessi, il frutto della loro preparazione e del loro percorso professionale. Nessuno ha scimmiottato altri: Baglioni ha fatto il Maestro autoironico, la signora Hunziker la showgirl e Favino l’attore raccontando uno spaccato di mondo che ha scosso la platea. Un successo. Auguriamoci che la lezione serva anche per altri settori. ivano.costa@ilgiorno.net