Un san Valentino senza rischi di glicemia alta

Mettiamoci pure l’angioletto che scocca la freccia chiedendoci se col passare degli anni la sua mira non abbia perso smalto e abbiamo demolito la ricorrenza di San Valentino

Milano, 11 febbraio 2018 - 

LETTERA

Già cominciano a comparire nelle vetrine. Timidi cuoricini, foto di coppie sognanti, più o meno sbaciucchianti. Arriva la festa più sdolcinata dell’anno e devo dire che col passare degli anni, non solo perché sono diventata agè, questa atmosfera mi risulta sempre più, pesantemente, falsa. Basta leggere le cronache per avere un’idea di come si sia incrinato il rapporto uomo-donna e quanto, l’invito “dillo con un fiore” sia declinato in altri modi. Una festa non basta. Antonia, Milano

RISPOSTA

Mettiamoci pure l’angioletto che scocca la freccia chiedendoci se col passare degli anni la sua mira non abbia perso smalto e abbiamo demolito la ricorrenza di San Valentino. É vero, una festa non cambia le cose, non basta scoprire per un giorno che c’è una metà di noi che è importante e riconoscerlo. Ma questa ricorrenza porta almeno una riflessione, quella sui sentimenti e all’educazione sui modi di esprimerli. Tema più che attuale e che va oltre questioni commerciali e di portafoglio. Non c’è scritto da nessuna parte che il “pensiero” deve essere un gingillo o una notte da sogno nel resort affacciato sul panorama più suggestivo del mondo, può essere anche un tornare a guardarsi negli occhi, a parlare, ad ascoltare soprattutto. Piccole attenzioni che evitano i bruschi innalzamenti della glicemia degli sdolcinati stereotipi del consumo e, magari, pongono le basi per stabilire un rapporto diverso basato sul rispetto. Un messaggio solo all’apparenza semplice di questa festività religiosa istituita agli albori della Chiesa che abbiamo complicato associandolo all’ideale di amore romantico. ivano.costa@ilgiorno.net