Corsi e ricorsi bloccano persino i sogni

I tempi di definizione delle vertenze e delle liti devono abbreviarsi. Altrimenti chiunque governi, chiunque decida, dovrà fare i conti con la paralisi.

Milano, 4 dicembre 2017 - Milano resta ancora, chissà per quando tempo, senza il suo teatro Lirico. Una telenovela infinita, con un sacco di problemi e di stop durante i lavori di ristrutturazione. E ora un’altra tegola: la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che di fatto annulla l’assegnazione della gestione di questo tempio della cultura. Come se la gestione non fosse una cosa importante almeno quanto la riqualificazione di uno dei teatri più importanti della metropoli. Luigi V., via mail

Grande, storico, bello. E chiuso. Ininterrottamente chiuso dal 1999. È il Lirico di Milano, la grande sala della cultura che l’amministrazione comunale aveva in programma di aprire già per il 2016. Invece, dopo quest’altro colpo di scena del ricorso (vinto) al Tar dell’azienda arrivata seconda alla gara per l’aggiudicazione, per bene che vada la gestione sarà affidata nel 2018. Attraverso quale strada ancora non si sa: il Comune punta a ricorrere al Consiglio di Stato, c’è invece chi sostiene che sarebbe più facile rifare la gara. Ancora una volta, sono i tempi a lasciare senza parole: la decisione - non definitiva - sull’esito di una gara conclusa a gennaio è arrivata soltanto adesso, quando l’anno sta per concludersi. Chiunque, è ovvio, ha legittimamente diritto di rivolgersi ai giudici quando si sente danneggiato. Ma i tempi di definizione delle vertenze e delle liti devono abbreviarsi. Altrimenti chiunque governi, chiunque decida, dovrà fare i conti con la paralisi. Non solo amministrativa. sandro.neri@ilgiorno.net