Le vacanze sono finite

La contrapposizione è volutamente forte e netta. Mentre a casa si ragiona di date di primarie e continua il vacuo chiacchiericcio su chi è di sinistra e chi no, Renzi fa un tuffo nel futuro, in California

Milano, 27 febbraio 2017 - La contrapposizione è volutamente forte e netta. Mentre a casa si ragiona di date di primarie e continua il vacuo chiacchiericcio su chi è di sinistra e chi no, Renzi fa un tuffo nel futuro, in California. Che è il posto dove si creano i problemi del mondo, quelli dell’invasione informatica e robotica e della conseguente distruzione di lavoro. Quindi, pensa Renzi, deve essere anche il posto dove questi problemi si risolvono. Personalmente dubito che a passeggio per la Silicon Valley s’incontri qualcuno che dia risposte alla domanda. Ho piuttosto l’impressione che le conseguenze siano intese come un ‘danno collaterale’ di una corsa in fase di accelerazione che altri debbono governare nelle sue conseguenze. Queste non li riguardano. Ma è certo che da quelle parti si getta uno sguardo sul futuro del mondo. O, meglio, su un aspetto, quello tecnologico.

È tutto da verificare quale sarà l’altro futuro, quello sociale. Per ora risulta chiaro che sarà di perdita di opportunità di lavoro per i ceti medio bassi. Ma per il comunicatore Renzi conta la contrapposizione fra il morire d’asfissia nelle beghe romane e il respirare a pieni polmoni a San Francisco. Poi vedremo quale sarà la risposta a questi problemi epocali che Renzi darà alla conferenza programmatica del Lingotto, il 10-12 marzo. Essi richiedono strategie ben più ampie e potenti di quelle che può sostenere un qualsivoglia governo di un paese di medie dimensioni e a sovranità limitata come l’Italia. Ma è certo che a Renzi piace la grande politica, quella che si fa da presidente del Consiglio, mentre il ruolo di segretario di partito gli sta stretto. E come tale si muove. Non credo che in questo ci sia il desiderio di accreditare il suo futuro ruolo post elettorale.

Sarebbe controproducente. Credo che ci sia la ricerca del pensare in grande, sperando che serva a uscire dal ghetto della bassa politica. Ma per stare alla dimensione di casa nostra, dal referendum del 4 dicembre, perso per tutt’altro che per le ragioni della riforma istituzionale, sono emersi due colossali problemi. Il primo è l’avversione generalizzata delle regioni meridionali che si sentono abbandonate a se stesse. Il secondo è quello dei giovani che in Renzi hanno creduto e che si sono sentiti traditi. Il consenso si recupera qui, o si perde definitivamente. sandrorogari@alice.it