La tecnologia nelle urne

Gli avvenimenti in Catalogna e una diffusa superficialità nel dibattito politico stanno alimentando una vera e propria disinformazione sul referendum consultivo del 22 ottobre in Lombardia

Milano, 10 ottobre 2017 - Gli avvenimenti in Catalogna e una diffusa superficialità nel dibattito politico stanno alimentando una vera e propria disinformazione sul referendum consultivo del 22 ottobre in Lombardia. C’è chi agita per ignoranza lo spettro della secessione, e c’è chi lo fa addirittura in malafede, con l’obiettivo di tenere gli elettori lontani dalle urne. Inoltre, le inevitabili strumentalizzazioni partitiche stanno facendo velo a una rappresentazione chiara e trasparente delle ragioni che sottendono il quesito referendario. Ai cittadini lombardi viene chiesto di esprimersi sull’opportunità che la loro regione rivendichi al tavolo di trattativa con il governo centrale margini più ampi di autonomia fiscale e amministrativa.Mentre il centrodestra, sia pure con accenti diversi, sembra compatto per il “sì”, così come il Movimento Cinque Stelle, a sinistra si registra una profonda lacerazione tra favorevoli e contrari al quesito. Molti sindaci dem hanno costituito “Comitati per il sì” mentre altri si sono iscritti al “partito dell’astensione”, perché ritengono che un’alta affluenza e una vittoria schiacciante dei “sì” finirebbe per rafforzare troppo lo schieramento di centrodestra. In pochi sottolineano la novità del voto elettronico, che consentirà di conoscere immediatamente l’esito della consultazione.

Ci si recherà regolarmente agli ottomila seggi ma, anziché ricevere le schede cartacee ed esprimere una preferenza con le consuete matite, si voterà con i tablet che il Pirellone ha acquistato e che, una volta concluse le operazioni di voto, resteranno in comodato d’uso alle scuole per le attività didattiche. Sullo schermo touchscreen comparirà il quesito referendario e l’elettore potrà esprimersi per il sì, il no o per la scheda bianca. I benefici di tale procedura sono evidenti: trasparenza, semplificazione delle operazioni, riduzione dell’impatto ambientale (niente carte, scartoffie e scatoloni), annullamento dei margini di interpretazione delle schede nulle, dunque fedele rappresentazione della volontà dell’elettore. Non è previsto quorum, ma appare evidente che un massiccio afflusso alle urne accrescerebbe il potere negoziale della Lombardia al tavolo che subito dopo si aprirà con il governo centrale. Del tema si parlerà oggi alle 18,30 al Mib Restaurant Cafè, in via Gaetano Negri, 10, a Milano, in occasione di un dibattito con il presidente della Regione, Roberto Maroni e altri esponenti delle istituzioni e del giornalismo sul tema: “La scommessa dell’autonomia lombarda: referendum e voto elettronico”.