I poteri eccezionali

La resurrezione di Rigopiano pone qualche dubbio angoscioso. Due ore e mezzo di ritardo per seppellire i morti non spostano niente. Per cercare i vivi possono essere decisive

Milano, 21 gennaio 2017 - La resurrezione di Rigopiano pone qualche dubbio angoscioso. Due ore e mezzo di ritardo per seppellire i morti non spostano niente. Per cercare i vivi possono essere decisive. L’inchiesta accerterà perché l’allarme di un testimone sia stato sottovalutato così a lungo dalla prefettura di Pescara. Ma questo incidente e altri disguidi meritano qualche riflessione sull’organizzazione della Protezione civile. Vanno fatte salve in premessa la competenza e l’abnegazione assoluta di tutto il personale civile, militare e volontario, che sta affrontando una crisi più che eccezionale. Ma bisogna pur ammettere che si sta pagando il conto del progressivo indebolimento – normativo e operativo – dell’intero sistema. Fondata sul campo da Giuseppe Zamberletti durante il terremoto del Friuli del ’76, stravolta dall’enormità di quello irpino dell’80, la Protezione civile ebbe finalmente il suo ordinamento nel ’92. Ma è decollata davvero soltanto con il governo Berlusconi nel 2001.

Forte della piena copertura politica di Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza, Guido Bertolaso mise in piedi una macchina perfetta che dimostrò la sua efficienza nella splendida gestione dell’emergenza durante il terremoto dell’Aquila del 2009. Come quasi tutti quelli che raggiungono una posizione di grande potere, Bertolaso esagerò. Cominciò a gestire con poteri eccezionali i grandi eventi. Cosa sacrosanta perché in Italia le cose serie si fanno con poteri eccezionali o non si fanno. Purtroppo le scorciatoie della politica elevarono a grandi eventi anche robette che non lo erano affatto. Bertolaso diventò un totem da abbattere e fu abbattuto nel 2010. Nel 2013 il governo Monti cambiò la legge e la macchina della Protezione civile, che era una Ferrari, diventò un’auto di media cilindrata. Ottima per le passeggiate, inadatta per la Formula 1, indipendentemente dall’abilità dei piloti.

Il sottosegretario Catricalà, che prese il posto di Letta, non volle e comunque non ebbe la delega alla Protezione civile e il soufflé si sgonfiò. La forza di Bertolaso era un coordinamento assegnatogli dalla legge e dal potere politico ed esercitato con il pugno di ferro. Allora sarebbe stato impensabile tenere a terra elicotteri della Forestale perché quel corpo è passato con i carabinieri. Avere spazzaneve senza benzina e quant’altro. I terremoti, specialmente con la neve, sono guerre. E in guerra il comando deve essere accentrato. Se Gentiloni ha riunito d’urgenza i ministri dell’Interno e della Difesa, vuol dire che ha capito che le cose non stavano funzionando al meglio. Le stesse assicurazioni di Renzi sui tempi di container e casette nelle zone terremotate del 24 agosto e del 30 ottobre si stanno slabbrando perché – dove sfugge ai poteri eccezionali – la burocrazia è tremenda.

All’Aquila ci sono stati alcuni ladri e alcuni mascalzoni, ma le famigerate casette di Berlusconi – salvo rovinose eccezioni – reggono e ospitarono ventimila persone pochi mesi dopo il sisma. Oggi le cose vanno molto più a rilento. E se è vero quel che ha detto a ‘Porta a porta’ il presidente del consiglio nazionale dei geologi («Il cambio di governo ha bloccato Casa Italia per ragioni burocratiche») c’è davvero da allarmarsi. Si torni perciò indietro a una legge che dia poteri eccezionali ai gestori delle emergenze. E se qualcuno sbaglia, pagherà