I 16 anni a Schettino. Né tanti né pochi purché li sconti tutti

Il processo di secondo grado ha confermato 16 anni di carcere per il comandante della nave Concordia affondata, con 32 morti, vicino all’isola del Giglio

Milano, 22 gennaio 2017 

LETTERA

Il processo di secondo grado ha confermato 16 anni di carcere per il comandante della nave Concordia affondata, con 32 morti, vicino all’isola del Giglio. Una sentenza che , nel calcolo matematico, porta a sei mesi di carcere per ogni vittima di una tragedia che poteva essere evitata. A mio parere 16 anni per 32 vittime innocenti è una sentenza poco proporzionata a quello che è successo, anche se i parenti delle vittime sono stati risarciti dalla Costa Crociere. Peggio di così non poteva finire! Marino Domenico

RISPOSTA

Anche a parer mio 16 anni di reclusione (che poi non saranno sedici) per 32 morti sono pochi. Del resto, non sono certo un addetto ai lavori, e credo neppure lei. Quindi è del tutto naturale che la nostra percezione, di fronte a una tragedia determinata da tanta sciatteria, sia questa. Per il comandante Schettino ci saremmo aspettati una condanna più severa. Poi, però, ci sono le leggi. Ovvero c’è il fatto che sia lei che io abbiamo deciso di sottostare al rispetto delle leggi che la nostra comunità si è data. La Giustizia, se giusta deve essere, non può essere dispensata un tanto al chilo. Non si può dire: 32 morti? Allora ergastolo. Non è così che funziona. Perché una cosa è voler deliberatamente uccidere una o 32 persone, armandosi o lanciando ordigni; un’altra è commettere una imperdonabile catena di errori e di viltà, tale da portare alla morte di 32 persone. Possono sembrare sfumature, ma c’è una grande differenza. La vera questione a parer mio è un’altra: queste condanne restano sempre sulla carta. Non si scontano mai. E questo sì che è incomprensibile. sandro.neri@ilgiorno.net