Piccoli Comuni. È strategico riorganizzare

A voler essere pignoli, in Lombardia ci sono Comuni che stanno anche sotto la quota dei 50 abitanti

Milano, 29 settembre 2017 - 

LETTERA

Caro direttore, dunque è arrivato il via libera ai cento milioni di euro per aiutare i Comuni più piccoli. Ricapitolando: i Comuni grandi vanno aiutati perché sono grandi e gestiscono grandi problemi; le aree metropolitane vanno aiutate perché se no non ce la fanno; i Comuni piccoli vanno aiutati perché altrimenti muoiono. Ma non stiamo esagerando? Gli enti locali dovrebbero organizzarsi in modo da essere più efficienti. Un Comune che conta cento abitanti non ha senso. E non possiamo più permettercelo. Va abolito. Liliana Z., Lodi

RISPOSTA

A voler essere pignoli, in Lombardia ci sono Comuni che stanno anche sotto la quota dei 50 abitanti. Però secondo me lei sta commettendo un errore: generalizza, e non indica una soluzione concreta. Che vuol dire abolire? In realtà, con diverse leggi regionali, da anni è in corso un riassetto che consente di unire i piccoli Comuni. E questo processo è stato avviato e si sta rivelando ragionevolmente efficace. Abbiamo ad esempio scoperto che non ci sono solo guerre di campanile. Le realtà più piccole, inoltre, stanno da molto tempo mettendo in sinergia diversi servizi: dall’attività del segretario generale alla gestione delle scuole, delle farmacie, di altre strutture utili ai cittadini. Occasioni di risparmio di risorse ormai preziose, insomma, ci sono anche senza penalizzare ulteriormente chi già affronta enormi difficoltà. Tenga infine presente che i piccoli Comuni svolgono un ruolo di presidio di territori altrimenti abbandonati a se stessi. Non mi pare poco, in un’Italia dove nessuno vuole assumersi la minima responsabilità. sandro.neri@ilgiorno.net