Neve e maltempo. La prudenza primo salvavita

"Il segreto? È avere un po’ di paura, ti aiuta a non commettere errori o a commetterne meno"

Milano, 10 gennaio 2018

LETTERA

Caro direttore, non capisco il senso di tutte le lamentele dei villeggianti di Cervinia, di Cortina e di molte altre località alpine. Tutti arrabbiati per il rischio di non poter rientrare a casa in tempo, a causa della troppa neve. Io penso che la sicurezza venga prima di tutto, e ritengo che ci siano alcuni fenomeni ai quali è meglio non opporsi. Se la neve è troppa, è troppa. Se non si può tornare a valle, non si torna. Un giorno di attesa in più non cambierà la vita a nessuno. Un’imprudenza invece potrebbe essere pagata a carissimo prezzo. Guido Z., Milano​

RISPOSTA

Devo dire che, in questi giorni, mi ha colpito la frase pronunciata al cronista del nostro giornale da un volontario del Soccorso Alpino, un uomo che da trent’anni salva vite umane. «Il segreto? È avere un po’ di paura, ti aiuta a non commettere errori o a commetterne meno». Dove per paura, ritengo, si debbano intendere anche giusto timore, e prudenza, e attenzione e concentrazione. Parto da qui per ribadire che noi siamo solo uomini. Quando le condizioni meteo si fanno proibitive, e dopo aver fatto tutto il possibile per garantire la giusta sicurezza a noi e a chi ci sta attorno, non si può pretendere che tutto funzioni come nulla fosse. Guardi la slavina piombata su un palazzo a Sestriere. Non si può pretendere che le strade siano immediatamente sgombere, né che l’aeroporto sia perfettamente funzionante. Mai come in questo caso la pazienza è una virtù. A patto che il meteo avverso non si trasformi in una scusa per non fare. Ma non è quello che sta succedendo sulle nostre montagne, dove ho visto in azione decine e decine di spazzaneve e centinaia di operatori. sandro.neri@ilgiorno.net