Moneta digitale: più sicurezza e meno evasione

Il denaro costa. E il denaro contante costa ancora di più. Indicativamente, coniare una moneta da un euro costa circa 19 centesimi

Milano, 23 novembre 2017 -

LETTERA

Caro direttore, dopo le banche, le Poste. Ora tutti a cercare di convincerci che pagare usando carte di credito, o altri strumenti elettronici sia un dovere, come se i cari, vecchi, solidissimi contanti fossero una vergogna. Io non capisco la ragione di tutto ciò. Se uno si trova bene a portare in giro portafogli e borsellino, che male c’è? E poi, come si dice dalle mie parti, l’importante è pagare. Non crede anche lei che si stia esagerando? Non penso sia questo il tema più urgente. Meglio, molto meglio, sarebbe concentrarsi su come recuperare i posti di lavoro perduti. Salvatore, Monza​

RISPOSTA

Il denaro costa. E il denaro contante costa ancora di più. Indicativamente, coniare una moneta da un euro costa circa 19 centesimi. Coniare un centesimo costa più del centesimo stesso. Le banconote, poi, si usurano e costa perfino ritirarle, sostituirle. Tutto costa, insomma. Anche i soldi. E i contanti costano più della moneta digitale. Basterebbe questo per dire che è necessario incentivare altre forme di pagamento. In realtà, poi, si pongono anche altre questioni. La sicurezza dei cittadini e degli operatori commerciali, ad esempio. Meno soldi, meno rapine e meno furti. E la tracciabilità della transazioni: meno evasione fiscale. Tutto bene il denaro digitale, allora? No, nient’affatto: anche se ormai non se ne occupano solo le banche, le commissioni delle società che lo gestiscono sono ancora troppo alte. Vanno abbassate drasticamente. In Italia, poi, non pochi esercenti faticano ad accettarlo: si lavori anche su questo. La privacy dei cittadini è un valore assoluto, troppo spesso trascurato. E la profilazione esasperata di chi usa moneta elettronica è una cosa che non mi piace per niente. sandro.neri@ilgiorno.net