Siamo costretti a inseguire la Germania

L'Italia vive, sotto il profilo economico, condizioni completamente diverse da quelle tedesche

Milano, 8 febbraio 2018 - 

LETTERA

Caro direttore, allora è vero che l’Europa corre a velocità diverse e noi abbiamo ancora terreno da recuperare. L’accordo siglato in Germania tra industriali e rappresentanti dei lavoratori metalmeccanici è forse il segnale che più ci deve far riflettere: consentire 28 ore di lavoro settimanale con tante garanzie è un passo che nel nostro Paese per ora possiamo sognare. Non darei solo la colpa alla crisi e ai nostri debiti, ma anche a un modo di fare imprenditoria e gestire le questioni contrattuali che è superato. Inutile sperare che il Jobs Act sia la soluzione. Roberto, da ilgiorno.it

RISPOSTA

L'Italia vive, sotto il profilo economico, condizioni completamente diverse da quelle tedesche. La Germania ha un indice di crescita strordinario, non paragonabile a quello italiano, solo di recente tornato col segno più. Per non parlare dei livelli occupazionali. O della disoccupazione giovanile, che da noi ha raggiunto picchi sconosciuti negli altri Paesi europei. E c’è anche un problema di produttività: quella tedesca è superiore alla nostra. Consentire le 28 ore di lavoro settimanale significherebbe minare la competitività delle nostre imprese, già gravate dai costi della malaburocrazia, di una fiscalità molto alta e dell’energia. Diseconomie esterne che riguardano anche le infrastrutture. Per questo, volendo imitare la Germania adesso, le imprese metalmeccaniche rischierebbero di finire fuori mercato. Un cambiamento in questo senso dovrebbe marciare di pari passo con quelle riforme che la Germania ha attuato da anni e che l’Italia non è riuscita neppure ad avviare. sandro.neri@ilgiorno.net