Insetti a tavola e difesa della tradizione

Prima di tutto, a quando far risalire la tradizione della nostra cucina?

Milano, 22 luglio 2017 - 

LETTERA

Caro direttore, se è vero che la Ue ha inserito dal 2018 anche gli insetti tra gli alimenti che si possono mangiare, come già accade nei Paesi asiatici, non dobbiamo stupirci se tra poco nelle case e nei ristoranti si potranno mangiare anche cani e gatti! In Cina, nonostante le proteste degli animalisti, i cani vengono uccisi e mangiati, per cui tale “usanza” può arrivare anche da noi in poco tempo. Ma se si mangeranno gli insetti, che fine farà la nostra cucina famosa in tutto il mondo? M.D.

RISPOSTA

Prima di tutto, a quando far risalire la tradizione della nostra cucina? I pomodori, così presenti nei nostri piatti, sono arrivati dopo la scoperta dell’America. Ed è solo un esempio. La cucina continua a innovarsi. Nessuno si è spaventato quando il sushi è arrivato in Italia. Oggi è diffusissimo e no per questo ha messo in discussione la nostra tradizione culinaria. Gli insetti sono da considerarsi ingredienti in più, che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. La Ue ha semplicemente aggiornato il regolamento per in Nuvel Food. Anche per prevedere procedure più veloci e meno costose per far approvare cibi prima non di uso comune in Europa, non solo gli insetti. Quella dei cani è una questione etica e culturale e non credo, per fortuna, che l’Ue autorizzerà mai il loro consumo. È comunque una questione non paragonabile a quella degli insetti, che è molto più simile al tema dei molluschi e dei crostacei. L’Ue ha agito anche in funzione della sostenibilità alimentare, che oggi riguarda 7 miliardi di persone e riguarderà 9 nel 2050. sandro.neri@ilgiorno.net​