Contro gli incendi più severità e una cultura nuova

Più severità è quanto ha recentemente invocato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al trentennale dell’alluvione in Valtellina

Milano, 24 luglio 2017

LETTERA

Caro direttore, non bastavano i terremoti e la siccità, ora dilagano prepotentemente gli incendi quasi sempre dolosi, ovvero appiccati da delinquenti comuni prezzolati o meno per cause che vanno dai miserabili interessi economici alla pura follia criminale. Si svegli dal lungo sonno il Parlamento più grande e più costoso del mondo e partorisca subito nuove norme che fungano da deterrente a questa nuova piaga che, ove non fermata con una più intensa vigilanza e con punizioni esemplari, rischia di innescare un andamento sempre più atroce nel nostro modo di vivere. G.B

RISPOSTA

Più severità è quanto ha recentemente invocato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al trentennale dell’alluvione in Valtellina. Dove, senza mezze parole, ha definito i piromani dell’estate «sciagurati colpevoli, che mettono a rischio la sicurezza delle persone, deturpano la bellezza del nostro Paese e ne danneggiano gravemente l’economia». Ci uniamo alle parole del Capo dello Stato, perché la piaga degli incendi è grave e ancor più grave è il fatto che si susseguano puntualmente ogni anno, non appena inizia la calda stagione. I controlli ci sono, l’impegno delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco lo stesso. Quindi serve una volontà politica di colpire duro, con condanne esemplari e certezza delle pene. Un cambio di passo fondamentale non solo per reprimere i reati, ma per iniziare a costruire una nuova cultura del rispetto dell’ambiente. sandro.neri@ilgiorno.net