Il Paese degli struzzi

Quel che è sommerso per definizione non si vede e, dunque, non turba le coscienze dei benpensanti

Milano, 11 dicembre 2017 - L’Italia è diventata il Paese con la classe dirigente, politica e sindacale, che mette la polvere sotto il tappeto, infila la testa nella sabbia come lo struzzo. O, se vogliamo un’altra metafora, si volta da un’altra parte per non vedere. Lasciano pensare a niente altro che a questo i numeri del business delle lezioni private e quelli sull’utilizzo dei nuovi strumenti che hanno sostituito i vecchi voucher. Cancellati i ticket del lavoro accessorio con un tratto di penna per scongiurare la minaccia politica del referendum della Cgil, come d’incanto il problema (addirittura l’emergenza) delle prestazioni occasionali iper-precarie è risolto.

I congegni riveduti e corretti (ribattezzati «Presto» e «Libretto famiglia» perché anche il marketing legislativo vuole la sua parte) semplicemente e maledettamente non funzionano. Inzeppati di vincoli e tetti, si sono rilevati inadeguati allo scopo fin dalla comparsa sulla scena nel luglio scorso. E, a renderli ancora più obsoleti fin dalla loro maldestra invenzione, ha provveduto la burocrazia informatica dell’Inps, una specie di Spectre de’ noantri che finisce per rendere astruso tutto quello che prende in carico. Con il risultato che limiti, strettoie e complicazioni normative giustapposte a una piattaforma informatica «0.0» hanno determinato un solo, prevedibile, risultato: l’aumento esponenziale del «nero» nei cosiddetti lavoretti. Il caso delle lezioni private è emblematico, ma potremmo riferirci ai servizi di baby sitter o di assistenza familiare, come a mille altre prestazioni occasionali necessarie per le famiglie. E non solo per quelle: ci sono anche le piccole aziende, i negozianti che si trovano ad aver bisogno di assistenti temporanei. Ma va bene così: quel che è sommerso per definizione non si vede e, dunque, non turba le coscienze dei benpensanti. Quelli del politicamente e sindacalmente corretto.