I cattivi consiglieri

In un libro apparso di recente in Francia con il titolo “Le Florentin” (il fiorentino), Giuliano Da Empoli, vicino a Matteo Renzi, ha tratteggiato un acuto ritratto di un uomo scaltro

Milano, 8 dicembre 2016 - In un libro apparso di recente in Francia con il titolo “Le Florentin” (il fiorentino), Giuliano Da Empoli, da sempre vicino, pur con alti e bassi, a Matteo Renzi, ora a capo del think tank renziano “Volta”, ha tratteggiato – sotto la forma dell’entusiasta agiografia – un acuto ritratto di un uomo scaltro, capace di cogliere il momento, abile nel comprendere cosa scalda i cuori del popolo, che pone questi talenti al servizio della sua immensa ambizione e del suo amore per il potere. Questo è il ritratto che Da Empoli propone ai lettori francesi del nostro Presidente del Consiglio dimissionario. Ed è un ritratto che aiuta a comprendere le mosse di Renzi in queste ore, in cui tenta di tenere sotto controllo le emozioni scaturite dalla cocente sconfitta, di apparire calmo e ragionevole e – al tempo stesso – di non perdere il controllo della situazione, perché anche se dimissionario non ha nessuna intenzione di considerare la partita politica chiusa.ù

Che dall’inizio della sua avventura governativa sino a dopo le amministrative del 2016 avesse spiegato in decine di interviste e interventi che lui era diverso dagli altri e che per questo se non avesse portato a termine la riforma costituzionale si sarebbe ritirato dalla politica, nell’Italia dove è reale solo ciò che è stato affermato un minuto prima non ha nessuna importanza. Ora la sconfitta va metabolizzata e bisogna comprendere come rimanere in pista. Così nelle vesti di segretario si è presentato alla direzione del suo partito e ha imbastito un breve discorso subito prima di recarsi dal Presidente Mattarella per rassegnare le dimissioni: ha fatto appena cenno alla sconfitta, ha elencato i successi del governo – «meno tasse più diritti» – ringraziato questi e quelli, ricordate famiglie di rapiti e vittime, e ha spiegato che il suo partito sosterrà un governo di responsabilità nazionale con tutti i gruppi parlamentari, oppure che si torni subito al voto. Si è anche inventato l’originale rappresentazione della direzione del Pd in convocazione permanente, mentre si svolgono le consultazioni, lui naturalmente regista e sceneggiatore. Le ipotesi da lui prospettate sono però difficili da realizzare e fanno pensare che tra le sue opzioni ci sia anche, come sostengono in diversi, la possibilità di restare in sella per la fase di transizione verso le elezioni, presentandosi così all’appuntamento elettorale come premier uscente. Come altra opzione vi sarebbe un esecutivo guidato da qualcuno che ritiene fedele, come forse è oggi Delrio. Certo, la partita politica non la sta conducendo da solo, c’è Mattarella, e ci sarebbe anche un voto che ha espresso un malcontento diffuso nei suoi confronti e che di fronte a un eccesso di furbizia potrebbe riservare ulteriori sorprese al prossimo appuntamento elettorale. Il ‘fiorentino’ sta mettendo in campo tutte le sue abilità e riesce con difficoltà a nascondere la voglia di rivincita personale a breve termine. Ma l’ostinazione, l’orgoglio e un narcisismo non tenuto a freno non sono buoni consiglieri.