Lombardi tutti pazzi per il gelato. E dà pure lavoro

"Vale la pena ricordare alcune curiosità, censite da un’associazione di categoria: la metà dei lombardi che apprezza il gelato lo mangia sempre, anche in inverno, di solito un chilo al mese. E a uno su due in estate capita di pranzare con il gelato"

APPROFITTO dell’estate per sollecitare una piccola riflessione su uno dei suoi simboli: il gelato. In un’Italia dove in molti fanno fatica, le gelaterie crescono. Anche e soprattutto in Lombardia, dove un terzo dei gelatai sono donne e uno su dieci è un giovane. È un particolare da tenere presente: ci sono tradizioni che tengono e settori, come appunto questo, spesso trascurati ma fortissimi. Sono orgoglioso di farne parte. Lettera firmata

FORSE NON SE NE PARLA molto spesso, ma può stare tranquillo: la popolarità del gelato non è in discussione. E questo simbolo dell’estate e di una tradizione tutta italiana ha saputo conquistarsi spazi sempre maggiori, alcuni dei quali impensabili fino a non troppo tempo fa. Gelato è oggi sinonimo anche di creatività, come dimostrano le evoluzioni legate all’arte degli chef. Che in alcuni ristoranti lo aggiungono addirittura alle insalate. Senza dimenticarsi del gelato vegetariano o dell’«ecogelato» nati sull’onda delle nuove tendenze. Del richiamo che l’arte della gelateria ha oggi tra i giovani interessati a crearsi un lavoro, il «Giorno» ne ha parlato snocciolando numeri e storie. Vale la pena ricordare alcune curiosità, censite da un’associazione di categoria: la metà dei lombardi che apprezza il gelato lo mangia sempre, anche in inverno, di solito un chilo al mese. E a uno su due in estate capita di pranzare con il gelato. Non stupisce che gli addetti siano cresciuti: +11 per cento in un anno. Trascurato dunque non è un aggettivo che si addice al gelato. sandro.neri@ilgiorno.net