Colpi bassi e toni alti

Sarebbe saggio che tutti, soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, prendessero esempio dal sindaco di Macerata che avverte: "Attenti, chi era razzista si arma, chi non lo era lo sta diventando"

Milano, 5 febbraio 2018 - Scusate, dov’è il tasto del volume? Forse basta un messaggio vocale per alzare o abbassare? O forse no, almeno in politica? Dev’essere per questo che sembrano caduti nel vuoto i ripetuti inviti ad abbassare i toni di Mattarella, o quelli di Gentiloni e Minniti dopo il Far West di Macerata. Come se niente fosse. Anzi, più le orecchie sono vicine alle voci di saggezza, più sembrano non sentire. Prendiamo Boldrini e Grasso, per esempio, che fino a nuovo Parlamento sono i capi di Camera e Senato. Presidenta? Presidente? Macché, non sentono. Infatti, se andate a rileggere le dichiarazioni dopo il folle raid di sabato, a parte Saviano, l’indignato speciale, tra quelle dai decibel più alti ci sono proprio le loro: atto terroristico, Salvini mandante morale, e via di questo passo. Certo, alla Boldrini non ne risparmiano una.

E per fortuna hanno pizzicato il demente del fotomontaggio choc su Facebook. Senza dubbio Salvini viaggia sempre in materia di immigrazione e dintorni su un crinale sottile e scivoloso. Ma sarebbe saggio che tutti, soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, prendessero esempio dal sindaco di Macerata che avverte: «Attenti, chi era razzista si arma, chi non lo era lo sta diventando». Allora, è vero che in campagna elettorale sono ammessi colpi bassi e toni alti, ma le pallottole vere lasciamole ai nazi-cretini alla Traini, e risparmiamoci quelle verbali. Purtroppo, invece, tutto in queste settimane gronda violenza. L’esame delle liste elettorali si è trasformato in una specie di caccia all’uomo. Non sono forse toni da rastrellamento quelli del dirigente 5Stelle del Veneto che ha invitato ogni candidato a «tirare fuori tutto il peggio che si può tirare fuori» sugli avversari? O la lista di cosiddetti impresentabili (degli altri) buttata ieri in pasto ai media da Di Maio? In un calderone in cui si mescolano indagati, condannati in primo grado, e gente che ha preso una multa per divieto di sosta. Figuriamoci se non siamo per la pulizia. Ovvio. Ma sparare nel mucchio è roba da cattivi maestri. Abbassiamo il volume, allora. Sempre che il tasto esista ancora.