Benvenuto futuro!

Non si tratta della corsa scriteriata che insegue la novità per la novità, ma del percorso audace e saggio che si appassiona all’impresa di custodire il mondo e di renderlo più abitabile

Milano, 19 novembre 2017 - Benvenuto, futuro! Ogni giorno c’è chi lo proclama. Ad esempio la gente che va a scuola, coloro che hanno a che fare con i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani: con il loro lavoro, con la loro passione, con la loro fatica esclamano “benvenuto, futuro!” Noi crediamo che valga la pena di gridare: preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ci appassioniamo all’impresa di accompagnare i ragazzi a vivere come protagonisti della loro vita e di quel pezzetto di storia che toccherà loro di attraversare.

Certo tutti gli adulti avvertono che nel futuro non ci sono solo promesse, ma anche minacce; tutti intuiscono che sfide inedite e difficoltà impensate incombono sul futuro e proprio per questo sentono una sintonia con la parola inquietante del precursore Giovanni: già la scure è posta alla radice degli alberi. Ma la minaccia non è per fare paura, ma per urgere la conversione e l’impegno: non possiamo permetterci di perdere una generazione, non possiamo permetterci di perdere nessuno. Per tutti e per ciascuno vogliamo proclamare: benvenuto, futuro: noi abbiamo fiducia nelle giovani generazioni!   Benvenuto, futuro! Non è la retorica di un ingenuo ottimismo che vuole rassicurare adulti smarriti e incerti su che cosa valga la pena di insegnare, di promettere. Benvenuto, futuro! Non è la presunzione di chi pretende di essere il protagonista e l’artefice insindacabile e onnipotente della sua storia, perché confida nella sua scienza, nella sua ricchezza, nella potenza della tecnologia. Benvenuto, futuro: noi crediamo che Dio opera nella storia come alleato del desiderio degli uomini e delle donne di essere felici. Benvenuto, futuro! Non si tratta della corsa scriteriata che insegue la novità per la novità, ma del percorso audace e saggio che si appassiona all’impresa di custodire il mondo e di renderlo più abitabile.

Per questo il benvenuto al futuro si alimenta della cultura che fa tesoro del passato e si forma alla sapienza: legge gli antichi testi e ne trae spunto per non piegarsi agli idoli del presente; si esercita nel pensiero e si fa forte per resistere alle seduzioni dell’apparenza; impara a praticare le competenze di ogni genere per la passione di rendersi utile in qualche cosa. Benvenuto, futuro: noi siamo cultori di una sapienza che aiuta a sperare.   Con queste parole, quasi un cantico, si può forse tradurre la predicazione aggressiva di Giovanni il precursore, e la protesta del profeta, perché questa domenica è domenica d’Avvento e quindi è adatta all’esultanza fiduciosa: Benvenuto, futuro.

*Arcivescovo di Milano