La cittadinanza bisogna anche meritarla

Ho letto il rapporto della Caritas lombarda. Che mette in evidenza un dato: nelle scuole pubbliche oltre il 10% degli studenti è straniero, e la maggior parte - se la legge sullo ius soli ci fosse - sarebbe già cittadino italiano

Milano, 29 giugno 2017 - 

LETTERA

CARO DIRETTORE, il dibattito in corso sullo Ius soli cioè la legge sul diritto di cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia è davvero penoso! E lo è per più motivi: uno, perché tutti danno fiato a motivazioni ideologiche e, due, perché non si tien conto della reale posta in gioco! Già tra i ragazzi italiani è all’opera una grande “distrazione” di massa che si traduce in estraneità, ricerca del branco e nei più fragili in solitudine e paura. Facciamola e presto una legge, e senza illusioni: che l’integrazione la fa ogni giorno ognuno di noi! Questo Paese è molto meglio di quanto vuol far credere certa miopia politica. Pippo Emmolo

RISPOSTO:

HO LETTO, e lei con me probabilmente, il rapporto della Caritas lombarda. Che mette in evidenza un dato: nelle scuole pubbliche oltre il 10% degli studenti è straniero, e la maggior parte - se la legge sullo ius soli ci fosse - sarebbe già cittadino italiano. Io temo tuttavia che si stia facendo confusione tra due concetti, quello di integrazione e quello della cittadinanza. A favore dell’integrazione abbiamo il dovere di lavorare tutti, e lavorare sodo. Conviene agli stranieri e agli italiani. È un elemento distintivo che racconta intelligenza e dignità. La cittadinanza, mi permetta, è un’altra cosa. Una persona se la deve meritare, e deve dimostrare di meritarsela. Non solo per diritto di nascita. Penso a una griglia di regole che consenta di fare le scelte migliori. Vorrei che lo Stato potesse prima verificare l’effettiva volontà di essere cittadino d’Italia. E potesse verificare anche la volontà di rispettare le regole di convivenza che ci siamo dati in oltre settant’anni di vita democratica. sandro.neri@ilgiorno.net