Se i nostri diritti si perdono dietro la ricerca di un Pin

Ora si sta tentando, con il Sistema pubblico di identità digitale, di introdurre un’unica password per molti servizi. Speriamo che funzioni

Milano, 13 gennaio 2018 -

DOMANDA:

Caro direttore,mi sto preparando a chiedere una borsa di studio per mia figlia. L’eroga l’Inps, io sono una dipendente pubblica. Ho chiesto il rinnovo del codice segreto a novembre, ma non mi è mai arrivato. Ho tentato l’accesso con la Carta Nazionale dei Servizi. Non funzionava. Ho cambiato la carta, ho atteso quella nuova. Sono finalmente riuscita ad accedere al sito. Ma ora non mi è ancora chiaro se debba richiedere un altro Pin, che loro chiamano dispositivo. E una cosa semplice è diventata difficile. Lettera firmata

RISPOSTA:

Ho vissuto esperienze simili e ne sono uscito sconsolato. Sicuramente il tentativo di semplificare il rapporto con la pubblica amministrazione è una realtà. E negli ultimi anni abbiamo anche assistito a qualche progresso. Ma il fatto che, ormai, alcuni pagamenti e alcune richieste possano essere effettuati soltanto attraverso il canale telematico rischia di mettere in difficoltà centinaia di migliaia di persone. Non tutti sono ingegneri elettronici. Non tutti sanno installare un driver, e molti di noi non sanno neppure cosa sia. Non tutti sono in grado di conservare Pin, Puk, codici e password di ogni genere. E i certificati elettronici contenuti nelle nostre tessere sanitarie non vanno perfettamente d’accordo con tutti i sistemi operativi. Sono operazioni che si possono fare, ma ci vuole un minimo di competenza. Spero che i figli aiutino i loro genitori e i loro nonni. Ma non è la soluzione. Ora si sta tentando, con il Sistema pubblico di identità digitale, di introdurre un’unica password per molti servizi. Speriamo che funzioni. sandro.neri@ilgiorno.net