Antipolitica a costo zero

Milano, 24 ottobre 2016 - C’ERA da aspettarselo. Appena un grosso esponente dei 5S entra nel ciclone mediatico per eccesso di spese «di rappresentanza«, i grillini rilanciano con un progetto di legge di dimezzamento delle indennità parlamentari. Così l’occhio dell’attenzione mediatica si sposta su questo tema e oscura il primo, assai imbarazzante. Per i movimenti populisti vale la regola che prevale chi la spara più grossa e più compiace l’opinione pubblica più credulona. Ora vediamo cosa dicono gli altri, è la domanda. E gli altri, in questo caso il Pd, usano l’argomento che i costi si abbassano riducendo i parlamentari; quindi, votando si al referendum di dicembre. Ma l’argomento suona debole alle orecchie di chi vuole vedere i politici penalizzati, comunque. Il popolo dei 5S non vuole la riduzione dei costi, vuole la riduzione delle indennità perché di questo si pasce l’antipolitica. Così inizia una rincorsa senza fine dove vincono, a parole, sempre i 5S. Sono imbattibili perché si presentano come i buoni che attaccano i cattivi che non vorranno mai dimezzarsi l’indennità.

QUINDI, può passare nel dimenticatoio che i primi a squagliarsi di fronte a un voto del genere sarebbero proprio loro. E giustamente, perché non sarebbe più possibile fare il deputato. Ma che importa. Questa è una campagna al ribasso dove la peggiore demagogia vince. Dispiace che in questa rincorsa sia coinvolto il referendum costituzionale, che è una cosa seria e che riguarda soprattutto la fine del bicameralismo perfetto. E’ questo il gran vantaggio per l’Italia e il vero nodo della riforma. La riduzione dei parlamentari e la diminuzione dei costi sono l’effetto collaterale. Prendiamolo per un positivo corollario marginale, dagli effetti minimi in termini di bilancio dello Stato. Quanto poi al dimezzamento delle indennità, l’argomento è pretestuoso perché le indennità dei parlamentari italiani sono in linea con quelle dei deputati degli altri stati nazionali europei. Chi deve vivere a Roma per alcuni giorni la settimana e perde lo stipendio di cui godeva deve avere una indennità che lo compensi. Semmai vanno controllati i rimborsi facili e va controllata la reale dedizione al lavoro parlamentare, con penalizzazioni crescenti sull’indennità se il deputato pecca di assenteismo. Ma l’indennità che garantisca anche al non abbiente di vivere e operare con dignità in rappresentanza della nazione è un sacrosanto diritto. sandrorogari@alice.it