A chi interessa oggi parlare del giorno della Liberazione

"E' importante, comunque, ricordare. Magari nel modo giusto, cioè nel rispetto dei fatti e della storia. Il nostro Paese, invece, ha dimenticato in fretta e non ha saputo condividere il proprio passato"

Milano, 24 aprile 2017 -

LETTERA

CARO DIRETTORE, so cos’è la “memoria” perché da bambino ho vissuto la guerra, lo sfollamento e la paura notturna dei bombardamenti. Il 25 aprile ritornerà con i suoi riti, le commemorazioni ufficiali e con un’indifferenza diffusa. I miei nipoti mi guardano stupiti e un po’ perplessi quando cerco, a fatica, di raccontare la gioia e l’entusiasmo di quei giorni, ormai consapevole che tutto era finito. Ricordo una città distrutta ma piena di gente che ritrovava il piacere di camminare, di salutarsi e parlare. Ma a chi interessa, oggi, quella ritrovata pace? Dino, Milano

RISPOSTA

FORSE INTERESSA A POCHI, come osserva giustamente, o almeno a una minoranza. Ma è importante, comunque, ricordare. Magari nel modo giusto, cioè nel rispetto dei fatti e della storia. Il nostro Paese, invece, ha dimenticato in fretta e non ha saputo condividere il proprio passato, relegandolo spesso a “memoria di parte”. Certo le sue parole, più di tanta retorica, risvegliano la consapevolezza del dolore di una guerra, dei segni profondi che accompagnano l’esistenza di singoli, allora magari bambini come lei. Inutile tentare di comprendere fino in fondo ciò che non si è vissuto e questo vale anche per me. Però ascoltare ci aiuta a comprendere meglio il valore della quotidianità che scorre, che ci sembra a volte monotona ma che, in realtà, è una conquista. Ho immaginato le strade devastate della città di Milano, irriconoscibile rispetto al presente, e la vita che tornava a scorrere con i gesti e le abitudini perdute, interrotte per lungo tempo. Allora anche il “Giorno della Liberazione” torna ad essere un momento di festa, da raccontare a tutti. sandro.neri@ilgiorno.net