I guai della democrazia

Il giorno dopo il referendum le tre ricerche più cliccate su Google in Gran Bretagna sono state queste: Che cosa vuol dire lasciare l’Europa? Che cos’è l’Unione Europea? Quali Paesi ci sono in Europa?

Milano, 26 giugno 2016 - Il giorno dopo il referendum le tre ricerche più cliccate su Google in Gran Bretagna sono state queste: Che cosa vuol dire lasciare l’Europa? Che cos’è l’Unione Europea? Quali Paesi ci sono in Europa? Segno che buona parte dei 46 milioni andati alle urne non sapeva neppure cosa avesse votato e perché. In particolare chi aveva scelto di dire «no» alla Ue, visto il clamore provocato in tutto il mondo dal risultato, ha sentito il bisogno di capire le conseguenze della sua decisione. Immaginiamo che le frenetiche consultazioni on line siano avvenute soprattutto nei sobborghi delle grandi città e nelle zone più povere e depresse del Paese, quelle tappezzate di manifesti contro gli immigrati che rubano il lavoro. Hanno voluto la Brexit gli anziani con basso livello di istruzione, spaventati dal catastrofismo della propaganda populista. 

Uno studente londinese, intervistato dalla tv, non ha dubbi in proposito: «Hanno deciso il nostro futuro quei vecchi ciccioni in ciabatte che nelle loro brutte case piene di umidità stanno tutto il giorno davanti alla tv a bere birra e a ingozzarsi di fish and chips». L’analisi non sarà raffinata ma indubbiamente coglie nel segno. Basta guardare le percentuali del «leave» per rendersene conto: fra gli anziani con oltre 65 anni la Brexit supera il 62 per cento, mentre fra i giovani fino a i 24 anni è appena al 27 per cento. Le aree più depresse del Paese hanno deciso la partita, qui la working class, la «little Britain» più ignorante, gretta e meno solidale, ha inseguito la demagogia di Nigel Farage per difendere il proprio orticello. Senza capire che da oggi sarà più povera di prima. Ma questi sono i guai della democrazia diretta che andrebbe usata con molta cautela. La democrazia è bella ma pericolosa. Si obietterà: è il popolo che ha scelto, il popolo è sovrano. Già, ma in una democrazia parlamentare se le decisioni, soprattutto quelle più strategiche e importanti come queste, venissero prese dai rappresentanti liberamente scelti dal popolo, anziché dal popolo stesso, dove sarebbe lo scandalo? 

La prima responsabilità del disastroso esito del referendum è sicuramente di Cameron che ha giocato d’azzardo e gli è andata male ma più a monte le colpe sono di chi non è riuscito a fare amare l’Europa agli europei. Nemmeno a noi piace questa Europa a guida Merkel, l’Europa del rigore, dell’austerità, degli assurdi cavilli burocratici, ma ci piace ancora meno un’Europa senza gli inglesi e che rischia, di qui a poco, di andare a pezzi. Il vero rischio ora è l’effetto contagio: che succederebbe se a breve uscissero anche Francia e Olanda? La paura dell’invasione dei profughi ha certamente il suo peso ma i movimenti populisti stanno dilagando ovunque soprattutto per l’incapacità dell’Ue di dare delle risposte convincenti ai bisogni della gente che fatica ad arrivare a fine mese. È nei portafogli sempre più leggeri del ceto medio che si legge il fallimento dell’Europa.

giuliano.molossi@ilgiorno.net