A scuola tornano i voti con le lettere. Gli insegnanti bresciani sono contrari

Non è considerata una priorità: "Con tutti i problemi che ci sono..."

Dal prossimo anno scolastico tornaranno i voti in lettere: A, B, C, D ed E

Dal prossimo anno scolastico tornaranno i voti in lettere: A, B, C, D ed E

Brescia, 22 luglio 2016 - Le pagelle con i voti numerici a cui i bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado sono abituati lascerà spazio alle lettere, ovvero A-B-C-D-E. La novità in arrivo è contenuta in una dei disegni di legge delega che il governo sta preparando sulla base delle indicazioni contenute nella legge 107, la riforma della Buona Scuola. Il decreto che dovrebbe essere approvato entro questa estate per trovare applicazione a partire dall’anno scolastico 2017-2018 vedrà coinvolte quindi anche le 50 scuole primarie e le 23 Secondarie di primo grado presenti nel Comune di Brescia. Secondo gli esperti che stanno lavorando al progetto la valutazione espressa in lettere consente di esprimere meglio l’evoluzione delle conoscenze e delle competenze acquisite dagli alunni, mentre il voto fotografa in modo statico una situazione. Saranno però gli insegnanti coloro che si dovranno misurare con questo nuovo metodo, attuarlo, e trasmetterlo agli alunni e ai genitori.

«Il voto – afferma Paola Buffoli insegnate nella scuola primaria Divisione Acqui – deve essere formativo, questa è la priorità per noi insegnanti. E’ un contenitore e come tale va riempito di significati. Cambiare nuovamente le valutazioni disorienta sia noi che le famiglie. Negli ultimi anni abbiamo cambiato la griglia di valutazioni molte volte: dalla votazione in lettere si è passati a quella numerica per arrivare a quella discorsiva ora nuovamente in lettere. Non vedo una motivazione intrinseca a questa scelta. Con tutti i problemi della scuola non è il voto che cambia la sostanza. Se subentrerà la votazione in lettere, oltre a dover fare la formazione alle famiglie dei nuovi studenti dovrà essere fatta anche a tutte le altre». Il nuovo modello che ricalca da vicino quello adottato con successo in molti paesi europei e negli Stati Uniti ha l’obiettivo principale di fornire agli studenti gli strumenti per raggiungere la meta.

«I bambiniAMBINI – dichiara Graziella Ingargiola insegnante nell’istituto comprensivo Nord 1 di Brescia – sentono il peso delle valutazioni, ci tengono a raggiungere il massimo e per questo non devono essere stressati, ma dall’altra parte le famiglie devono avere un riscontro finendo così per preoccuparsi poco dei bambini. Se entrerà in vigore il nuovo metodo ci organizzeremo anche se ritengo sarà una valutazione meno precisa. Non sono queste le priorità, la nostra categoria è sottoposta a continui cambiamenti che però non sono a favore né dei bambini né incentivanti per noi insegnanti che siamo spremuti come limoni».

In Italia è stata la riforma Gelmini a reintrodurre la valutazione numerica alla scuola primaria e secondaria di primo grado. Secondo quella legge i docenti dovrebbero esprimere il proprio giudizio in voti solo per la pagella intermedia e quella finale, lasciando spazio a giudizi più articolati nel corso dell’anno. Spesso però il voto è diventato uno strumento per classificare gli studenti ed è quello che secondo gli esperti deve cambiare.