Valtènesi punta a 6 milioni di bottiglie e vuol essere centro di gravità dei rosati

Proposta ai vari produttori italiani: «Uniamoci e sfidiamo la Francia» di Paolo Cittadini

Vigneti

Vigneti

Brescia, 6 ottobre 2015 - Le quantità sono molto buone, per la qualità bisognerà attendere ancora un po’,ma le aspettative sono alte. Per il consorzio Valtènesi (un centinaio tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori spalmati su un vigneto di mille ettari e una tutela che oltre al Valtènesi doc si estende anche su San Martino della Battaglia e Riviera del Garda classico) la vendemmia 2015 ha dato risultati positivi. La produzione ha fatto registrare un incremento intorno al 15% rispetto a quella dell’anno scorso, quando il maltempo rovinò molte delle uve. A fine campagna le cantine della riviera del Garda bresciano dovrebbero aver ricevuto circa 50mila quintali di uve. «Gran parte di queste sono in perfetto stato di maturazione – spiega il presidente Alessandro Luzzago – Ovviamente ora dovranno diventare vino. Siamo ottimisti».

Alla fine dovrebbero essere prodotte 4 milioni di bottiglie. «Abbiamo grandi potenzialità (la produzione può arrivare anche a 6 milioni di bottiglie) e ampi margini di crescita – sottolinea Luzzago – Per questo le idee per far aumentare la domanda sono molte». Il mercato che si vuole aggredire è quello dei rosati. «In Francia – ricorda Luzzago – questi vini rappresentano il 33% di quelli tranquilli (o fermi come sono più spesso conosciuti) venduti. In Italia siamo fermi all’8%, e da questo dato si parte per puntare in alto e provare a raddoppiarlo».

Così la Valtènesi apre alle altre aree d’Italia impegnate in produzioni simili. «Noi, Bardolino, i produttori abruzzesi e quelli del Salento spesso ci siamo seduti allo stesso tavolo – ricorda il neo direttore del Consorzio Carlo Alberto Panont – Ora dobbiamo fare il passo successivo. Stiamo collaborando con un centro di ricerca della Provenza e potremmo fare lo stesso anche qui in Italia e potremmo per così dire prenderlo in mano noi. La nostra qualità e il nostro valore sono molto alti». Difficile raggiungere i livelli produttivi della Provenza, la patria mondiale dei rosati, dove ogni anno si raggiungono i 200 milioni di bottiglie. Più ragionevole, almeno per il Valtènesi, imporsi sul territorio. «Dopo Franciacorta e Lugana possiamo arrivare noi – osserva Luzzago – La strada è percorribile, serve unità tra i produttori. Partendo dai nostri rosati possiamo poi arrivare a far conoscere ancora di più anche i rossi». Con questa ultima finalità 14 anni fa è stata pensata Profumi di Mosto, l’itinerario enogastronomico che chiude la vendemmia, anche se qualche grappolo per i rossi è ancora in vigna.

Venti le aziende che l’11 ottobre (dalle 11 alle 18) apriranno le porte ai visitatori, mentre ristoranti e agriturismi collaboreranno creando piatti e stuzzichini da accompagnare con i vini. «Tre i percorsi pensati – spiega Luca Franceschini – Abbiamo previsto 2mila carnet (lo scorso anno i visitatori sono stati 1.500) degustazione. Ognuno costa 25 euro, se presi in prevendita 23 euro (scrivere a info@profumidimosto.it) e come sempre è possibile prenotare anche il servizio bus al numero 3468721189. Tutti i vini degustati saranno disponibili anche nel grande banco d’assaggio realizzato a villa Galmica, la sede del Consorzio a Puegnago, dove alle 19 è previsto il brindisi finale». La migliore promozione la fa poi il territorio dove operano i produttori. «Per questo – anticipa Alessandro Luzzago – a fine novembre verranno presentate ufficialmente le idee di architetti e paesaggisti per la riqualificazione della strada statale 572, la direttrice che attraversa la nostra zona e che rappresenta un problema».