Minacce e spari contro imprenditori, 15 arresti per usura ed estorsione. Tra gli indagati anche un funzionario della Dia di Milano

Operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri: otto persone in carcere e sei ai domiciliari. Sequestrati beni per cinque milioni di euro. Nell'elenco degli indagati anche i nomi di un funzionario di banca, di una direttrice delle poste e di un funzionario della Dia

Il materiale sequestrato

Il materiale sequestrato

Brescia, 24 settembre 2014 - I militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Brescia, al termine di una serrata attivita' investigativa, hanno arrestato 15 persone (8 in carcere e 6 agli arresti domiciliari), responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, usura, truffa aggravata, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro diprovenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, porto e uso di armi clandestine, nonche' sequestrato immobili, società, autovetture e disponibilita' finanziarie, fino a concorrenza dell'importo di oltre cinque milioni di euro. Nell’elenco degli indagati nell’ambito dell’operazione Principe condotta dalla Procura di Brescia, ci sono anche i nomi di un funzionario di banca, di una direttrice delle poste e di un funzionario della Dia di Milano. Si tratta di persone coinvolte, ma non ritenute parte dell’associazione a delinquere. 

Il materiale sequestrato

Il materiale sequestrato“Il militare della Guardia di Finanza in servizio presso il centro operativo della Dia di Milano - si legge nell’ordinanza del Gip Enrico Ceravone - comunicando agli indagati che era in corso un’indagine rivelava informazioni coperte da segreto investigativo”. Il dipendente della banca invece, secondo la Procura, “adottava una condotta volutamente emissiva consistente nel non segnalare, ai fini della normativa antiriciclaggio, operazioni eseguiti dai singoli amministratori delle societa’ coinvolte”.

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, si tratta di cittadini italiani residenti prevalentemente nel Bresciano e notoriamente vicino ad ambienti di stampo mafioso, dediti alla gestione di aziende operanti nel settore edile, che, nel periodo preso in considerazione avrebbero consentito agli 'amministratori di fatto' di accumulare ingenti disponibilità finanziarie tramite condotte usurarie ed estorsive ai danni di imprenditori lombardi operanti nel settore edile.  Il gruppo aveva la disponibilita' di numerose armi da fuoco, utilizzate per la riscossione violenta dei crediti maturati nei confronti degli imprenditori usurati, grazie al sistematico ricorso a minacce e vari atti intimidatori come danneggiamenti ed esplosioni notturne di colpi di arma da fuoco all'indirizzo di uffici o esercizi pubblici.