The Floating Piers: migliaia di persone sulla passerella. E i maleducati si moltiplicano

Liti per salire su treni e battelli. Abbandono selvaggio dei rifiuti, parole grosse agli imbarchi

In coda a The Floating Piers (Fotolive)

In coda a The Floating Piers (Fotolive)

Sulzano (Brescia), 27 giugno 2016 - ​Liti per salire su treni e battelli. Abbandono selvaggio dei rifiuti, parole grosse agli imbarchi. L’evento The Floating Piers, pur se resterà nella storia per avere portato il Sebino sotto i riflettori del mondo, sarà ricordato anche per alcune criticità dovute all’inaspettato afflusso di persone, che ha messo in evidenza i soliti maleducati. I visitatori, pur se dovutamente informati sui tempi d’attesa e sulle difficoltà nel raggiungere Sulzano e Monte Isola, spesso hanno dato il peggio di sè.

Ecco allora circolare decine di bicilette sulle strade dove il transito è vietato. Molti di coloro che non sono riusciti a salire su bus navetta, battelli e treni, hanno cercato di avvicinarsi il più possibile ai paesi rivieraschi parcheggiando selvaggiamente le auto in zone periferiche non presidiate dalle forze dell’ordine e creando numerosi disagi per i residenti, talvolta bloccati in casa dalla sosta selvaggia.

«Da me sono arrivati addirittura ad aprire il cancello e mettermi le auto in cortile – si è sfogata su Facebook una cittadina di Marone – non è possibile. E se avessi avuto bisogno di uscire per un’emergenza?» «Siamo assediati nelle nostre case», commenta una residente di via Cadorna a Sulzano. Non sono mancati princìpi di rissa alla salita dei treni, con spinte e parole grosse tra i viaggiatori. Non molto diversa la situazione sui bus navetta, così come ai battelli. Un’addetta della società Navigazione Lago D’Iseo si è sfogata su Facebook: «Fanno a pugni sui pontili. Si scavalcano l’uno con l’altro». E ancora: «Gli stranieri prenotano tutti. Arriva l’ italiano medio che sbraita: “Io pago le tasse e voglio salire”». Da ultimo ma non in ordine di importanza, i visitatori abbandonano rifiuti ovunque. Specie a Monte Isola, dove gli operatori ecologici non riescono a raccogliere tutto.